Germania, voto nella Saar: Schulz frenato dalla “mini-Merkel”
27 Marzo 2017
di Redazione
Dopo il voto nella piccola Saar, la Germania intera si è risvegliata questa mattina chiedendosi se il tanto proclamato “effetto Schulz” sia già finito e se il Paese sia destinato a restare sotto la guida dell’eterna Merkel. In un atteggiamento che tende a fingere di ignorare la presenza non mariginale di una opposizione di destra che non se ne sta con le mani in mano.
“Questa non è una buona serata per noi”, ha immediatamente riconosciuto il leader della Spd Martin Schulz, “non abbiamo centrato il nostro bersaglio (…) ma questo non vuol dire che non raggiungeremo il nostro obiettivo di conquistare la cancelleria”, ha aggiunto, precisando che le elezioni del 24 settembre sono “una maratona e non uno sprint”. Il voto molto partecipato di ieri (69,7%) nel più piccolo Land tedesco (a parte le tre città stato di Berlino, Brema e Amburgo) ha visto il partito cristiano democratico guidato da Akk, Annegret Kramp-Karrenbauer, detta anche la “mini-Merkel“, vincere nettamente e crescere di oltre cinque punti percentuali rispetto al 2012 (40,7%, con +5,5%).
I socialdemocratici, al primo test elettorale regionale dopo l’annuncio della candidatura di Martin Schulz alla cancelleria per il voto di settembre, invece di guadagnare, come prevedevano i sondaggi, hanno perso un punto percentuale (29,5%, con -1%). La Linke, guidata in prima persona da Oskar Lafontaine, storicamente forte in questo Land, ha perso oltre tre punti percentuali (12,9%, con -3,2%).
Infine l’Afd, Alternative fuer Deutschland, ha centrato l’obiettivo di entrare nel Landtag raggiungendo il 6,2%, anche se forse ci si aspettava di più. Ben tre partiti non sono riusciti a raggiungere la soglia di sbarramento e restano fuori dal Parlamento regionale: i Verdi (4,0%), i liberaldemocratici (3,3%) e i Pirati (o,7%). Alla luce di ciò è probabile che ci sia un rinnovo della grande coalizione tra Cdu e Spd. La possibilità di una coalizione solo rossa, tra Spd e Linke, sembra sfumata, poiché i due partiti assieme raggiungono 24 seggi (esattamente quanti la Cdu da sola), insufficienti per avere la maggioranza in un parlamento con 51 seggi.