Gheddafi in Francia continua a destare critiche

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Gheddafi in Francia continua a destare critiche

10 Dicembre 2007

Continua 
a destare critiche in Francia la visita che il leader libico Muhammar Gheddafi
comincia oggi a Parigi.

Diverse
organizzazioni denunciano infatti i pessimi risultati in materia di diritti
umani e di stato di diritto della Libia e accusano il presidente francese
Nicolas Sarkozy di aver invitato
Gheddafi, che non veniva in Francia dal 1974, per motivi di realpolitik e
commerciali.

Dopo l’opposizione socialista e alcuni esponenti della maggioranza di destra è
toccato al Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia
(Crif), che in un comunicato, accusa Gheddafi di aver “organizzato e
incoraggiato numerosi attentati micidiali”, di aver “regolarmente
usato la tortura, compreso sul personale medico bulgaro, totalmente innocente e
detenuto in condizioni terrificanti”, riferendosi alle infermiere bulgare
condannate e morte per aver inoculato il virus Hiv a dei bambini libici, e di
“non accettare in modo permanente l’esistenza dello Stato di Israele”.

Anche la Federazione internazionale dei diritti umani (Fidh) ha denunciato, in
una lettere aperta a Sarkozy,
gli “abusi di potere permanenti” del regime di Gheddafi. Le lettera,
sottoscritta anche dalla Lega libica dei diritti umani (in esilio) e dalla rete
euromediterranea dei diritti umani, afferma che “una cooperazione tra la
Francia e la Libia ha senso solo se mette al centro il rispetto dei diritti
umani in Libia”.

I
firmatari aggiungono che il regime si caratterizza per l’”eccezionale
concentrazione” di potere intorno a Gheddafi, che “non è mai stato
eletto”. Se la Libia “si è finalmente aperta”, prosegue la
lettera, “è solo per i mercanti d’armi, le compagnie petrolifere e le
holding, ma non per i libici”. “Dove è finita la Francia dei diritti
umani?” chiede la lettera, che definisce un “alibi” l’esistenza
di un segretario di Stato per i diritti umani.

Quest’ultima, Rama Yade, ha dichiarato in un’intervista a Le Parisien pubblicata oggi, si era detta fra l’altro
“sconvolta” dalla visita di Gheddafi. “Il colonnello deve capire
che il nostro paese non è uno zerbino, su cui un leader, sia esso un terrorista
o no, possa arrivare a pulirsi i piedi dal sangue dei suoi misfatti. La Francia
non deve accettare questo bacio della morte”, ha aggiunto il sottosegretario di
Stato.

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