Gheddafi potrebbe aver già lasciato la Libia ma il figlio smentisce in tv
21 Febbraio 2011
Le dimostrazioni in Libia hanno raggiunto anche Tripoli, la capitale del paese, oltre a interessare la città di Benghasi, el Baida, Misratah e il porto di Darnah. Nella capitale in particolare i manifestanti avrebbero manifestato l’intenzione di raggiungere la casa del raìs Muammar Gheddafi, dopo aver già attaccato e saccheggiato la sede centrale della Tv di Stato libica.
E’ Salif al-Islam Gheddafi, da molti considerato prima dello scoppio degli scontri nella popolazione, il successore naturale del padre Muammar, a prendere in mano la situzione e ad andare in onda con un discorso al popolo libico nel quale ha riconosciuto che le forze di sicurezza libiche "hanno esagerato".
Il riferimento ai morti tra la popolazione civile provocato dalla reazione delle forze di sicurezza che secondo l’ong Human Rights Watch (HRW) sarebbero almeno 223 morti, è evidente. Il figlio del colonnello ha inoltre affermato durante la sua allocuzione televisiva che la Libia rischierebbe, se le proteste dovessero continuare, "la guerra civile".
Il figlio del dittatore ha inoltre affermato che, a suo parere, tra i manifestanti ci sarebbero anche elementi esterni alla Libia, che "spingono per la creazione di "un emirato islamico" in Libia.
Il figlio del raìs libico ha inoltre affermato che suo padre Muammar Gheddafi "non è un leader come Ben Ali o Mubarak", ricordando che il padre sarebbe sostenuto dall’esercito. Ha inoltre chiamato il parlamento a riunirsi per affrontare il nodo della introduzione di una costituzione.
Saif Gheddafi ha voluto rassicurare sul fatto che il padre Muammar Gheddafi si trovi sul territorio libico, affermando che il colonnello "guida la lotta" contro gli insorti. Questo per sfatare le voci che vorrebbero il colonnello lontano dal territorio libico, magari in Venezuela come suggerisce la tv panaraba Al jazeera.
Indiscrezioni che sarebbero state alimentate anche dalle dichiarazioni di un diplomatico libico in Cina, Hussein Saduq al Musrati, il quale oltre a insinuare la possibile dipartita del raìs dal territorio libico, ha anche auspicato un intervento dell’esercito che potesse mettere fine agli scontri.
A complicare la situazione politica del paese sta anche il recente schieramento della tribù al-Zawhiya, che conta all’incirca un milione di membri. Lo sceicco che guida il clan tribale, Akram al-Warfalla, avrebbe chiesto al colonnello Gheddafi, "di lasciare il paese".
In Italia, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha chiesto che si avvii "un processo di riconciliazione che porti ad una Costituzione: sarebbe obbiettivo fondamentale"come proposto ieri dal figlio del colonnello, Salif al Islam.
Il titolare della Farnesina ha inoltre affermato che "l’Italia è molto preoccupata sull’ipotesi che la Cirenaica e la Libia siano divise e sull’eventualità che venga instaurato un emirato islamico in Libia."