Gheddafi se ne va lasciandosi dietro una scia di polemiche
31 Agosto 2010
L’aereo con a bordo il rais Muammar Gheddafi è decollato poco prima delle 13 dall’aeroporto di Ciampino ma la marea di polemiche, che la sua visita romana ha suscitato, sono rimaste, rendendo incandescente il dibattito politico di fine estate.
Il soggiorno di 48 ore per i festeggiamenti del secondo anniversario del Trattato di amicizia italo-libico era iniziato domenica con una lezione di Islam a 500 ragazze di un’agenzia di hostess e una passeggiata tra le vie della “dolce vita”. L’ultimo atto di quello che è stato subito ribattezzato il “Gheddafi show” è andato in scena stamani con il lungo corteo composto da circa una ventina di auto che ha accompagnato il colonnello, scortato da ingenti misure di sicurezza, da via Cortina d’Ampezzo in direzione dell’aeroporto di Ciampino per il suo rientro in Libia.
La due giorni del rais, segnata dalla presenza di cavalli, tenda e modelle ha fatto e fa discutere ancora tanto. “Basta palcoscenico per il rais” chiedono in una lettera il piediellino Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera e Mario Mauro, capogruppo del Pdl all’Europarlamento e si dice infastidita dall’appello alle giovani italiane il ministro per la Gioventù, Giorgia Meloni. “Uno spettacolo avvilente”, l’ha definito invece il capodelegazione del Pd al Parlamento europeo, David Sassoli. Ancora una volta, ha aggiunto, “ci siamo fatti ridere dietro dal resto d’Europa”.
Del resto, anche il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, pur riconoscendo l’importanza degli accordi commerciali tra Roma e Tripoli, si è detto convinto che il colonnello Gheddafi dovesse essere ricevuto “come un qualsiasi altro cittadino”. Anche il quotidiano dei vescovi Avvenire ha preso posizione contro Gheddafi e in un editoriale firmato dal direttore Marco Tarquinio ha parlato di "un’incresciosa messa in scena" o “forse solo un boomerang”. Avvenire si chiede soprattutto come Gheddafi – nella “tollerante e pluralista Italia” dalle “profonde e vive radici cristiane” e al tempo stesso capace di “una positiva laicità” – abbia potuto “fare deliberato spettacolo di proselitismo”.
Quanto alla stampa internazionale, nessun commento sulla visita del Colonnello in Usa, qualche ironia e attenzione alle polemiche, invece, sui giornali europei, che non trascurano, comunque, i risvolti economici della visita del colonnello. "Collera in Italia dopo il nuovo show di Gheddafi", titola Le Figaro. "Cosa sarebbe una visita del presidente libico senza le controversie? La quarta di Gheddafi in Italia in poco più di un anno provoca polemiche. Davanti a una platea di 500 giovani reclutate da un’agenzia di modelle, il dirigente libico ha tenuto un corso di Islam e ha affermato che questa religione dovrebbe divenire la religione di tutta l’Europa".
Sul tema della frequenza delle visite del colonnello in Italia torna oggi un articolo corrosivo sul britannico The Independent. "Forse il colonnello Gheddafi, attualmente 68enne, medita di andare in pensione in Italia? La visita del tiranno libico, ieri culminata in un incontro con Silvio Berlusconi e in uno show dei 27 cavalieri berberi che si è portato dietro, è stata la quarta nell’ex potenza coloniale in poco più di un anno". E l’articolo conclude: "Così diversi in tante cose, per esempio nelle opinioni sulla religione e la chirurgia plastica, i due leader si sono certamente dimostrati rivoluzionari nel loro uso delle pagliacciate come arma di distrazione di massa. Ieri hanno celebrato la loro convivialità con una cena dedicata all’amicizia italo-libica. La natura della conversazione, ahinoi, rimane ignota".
Risalto alle polemiche e alle hostess convocate per le lezioni sull’islam anche sulla stampa araba. "Pur facendole con le migliori delle intenzioni, temiamo che queste lezioni di Islam tenute dal colonnello Muammar Gheddafi siano controproducenti", scrive il quotidiano arabo al-Quds al-Arabi criticando stamane in un editoriale le lezioni tenute nei giorni scorsi dal leader libico a centinaia di ragazze italiane, durante la sua visita a Roma. "Temiamo che non producano l’effetto desiderato – si legge – perché le belle ragazze che escono da questi incontri, una volta che parlano con i giornalisti, rilasciano dichiarazioni che vanno contro gli interessi degli arabi e dei musulmani, oltre che dello stesso leader libico".
Parlando ancora di questi incontri, il quotidiano diretto da Abdel Bari Atwan aggiunge: "E’ vero, tre ragazze si sono convertite e questo e’ un fatto positivo che va inserito nelle buone azioni del leader libico, ma temiamo che il danno possa essere stato maggiore se vediamo gli effetti che queste lezioni hanno prodotto sulla stampa occidentale". Il giornale arabo critica inoltre la decisione di invitare a questi incontri solo ragazze. "Non capiamo perché il leader libico, quando vuole parlare di Islam, invita solo le ragazze durante le sue visite all’estero – conclude l’editoriale – escludendo i ragazzi".
"Perché le ragazze devono essere considerate più importanti? – si chiede – Se l’obiettivo è quello di diffondere la religione islamica e contrastare l’islamofobia che serpeggia in Occidente, è necessario parlare anche ai ragazzi, agli anziani e alle donne mature. Il dialogo va fatto con coloro che criticano l’Islam prima che con quelli che simpatizzano con questa religione".