Gheddafi un santo, l’Italia fuori dalla Nato

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Gheddafi un santo, l’Italia fuori dalla Nato

21 Maggio 2014

Stai fuori, dicono i più giovani quando sentono delle cose che non stanno nè in cielo nè in terra. E ascoltare i grillici piuttosto che Berlusconi in politica estera, mette un brivido nella schiena. Lasciamo stare la nostalgia di Silvio per l’amico Gheddafi, "addomesticato" da Bush, mica da lui, dopo l’11 settembre. Il rais tra 2010 e 2011 scatenò una violentissima repressione contro il suo popolo restando vittima delle contraddizioni su cui aveva edificato il regime islamosocialista. Berlusconi ne rievoca l’ultima fase declinante, con un realismo che fa rima con cinismo.

Veniamo alla vera star della nuova politica estera italiana. Alessandro Di Battista, Movimento 5 Stelle. Con lui siamo oltre la nostalgia, oltre il realismo, oltrepassiamo addirittura la Storia. Con Di Battista, soprattutto, siamo già fuori la NATO. "Nè con l’imperialismo americano, nè con l’imperialismo russo", dice il cittadino. Imperialismo? Americano? Ma Di Battista ce l’ha presente chi è Obama? Eccolo il neutralismo grillico, l’asse dei non pentastellati, una Italia come fu la Jugoslavia: fieramente autosufficiente, fusa nel suo Tito di turno anche se la storia torna sempre in farsa.

Mentre dall’altra parte del Mediterraneo, in Libia, si combatte per sradicare la internazionale jihadista che ha trasformato il Paese in una Woodstock del terrorismo, mentre i Zintan, dopo aver tanto dato e sopportato, sostengono il coup del generale CIA Haftar per arginare l’infiltrazione dei fratelli musulmani in parlamento, mentre i qaedisti allignano tra i porosi confini tracciati dal deserto, Berlusconi e Di Battista in televisione si sovrappongono. Un generale straniamento li e ci avvolge. Il tradimento della nostra collocazione internazionale tradizionale, dei nostri obblighi morali e ideali di nazione democratica. #stannofuori