Giamaica, la piccola patria di Bob Marley finita nel narco-caos

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Giamaica, la piccola patria di Bob Marley finita nel narco-caos

27 Maggio 2010

Cos’è rimasto della Giamaica di Bob Marley il profeta del reggae? Di quest’isola che doveva rappresentare il risveglio del popolo africano e di tutti coloro i quali dopo secoli di persecuzioni e rapine coloniali avrebbero dovuto pacificamente sollevarsi in una rivoluzione fatta di nuovi diritti, musica e spinelli? Cos’è rimasto della utopia rastafariana? Il caos e le devastazioni di questi giorni a Kingston, una guerra civile che – esattamente come sta accadendo in Messico – è stata provocata dal peso indescrivibile che le gang e i cartelli della droga hanno assunto nei rispettivi Paesi, in un momento storico in cui la crisi economica del potente vicino americano si riflette negativamente sui Caraibi e in America centromeridionale, ed in un contesto in cui la pressione della domanda di stupefacenti dagli Stati Uniti non accenna a placarsi.

Da qui la guerriglia che nella capitale ha fatto oltre 40 morti, riempiendo di cadaveri gli ospedali, con l’esercito che batte casa per casa i quartieri popolari come Tivoli (oltre 200 gli arresti) al disperato inseguimento di Christhoper "Dudus" Coke, il padrino dei padrini, o meglio il "don" come li chiamano i suoi compatrioti, a capo della "Shower Posse", tanto potente da aver tenuto per anni sotto scacco il governo dell’isola, conquistando consenso e potere proprio nelle zone che hanno sancito l’elezione dei conservatori al governo del Paese. Novello Escobar, Dudus viene visto come una sorta di lord protettore dai giovani proletari dell’isola, sempre in cerca di robin hood che li proteggano dalla povertà e dalla violenza. Ma ora l’America vuole la testa del narcotrafficante accusato di aver fatto fuori circa 3.000 persone fra Kingston e le città americane (negli Usa lo aspetta una condanna all’ergastolo), e il primo ministro Bruce Golding – accusato da più parti di aver ‘protetto’ il boss – stavolta ha risposto positivamente alla richiesta del Presidente americano.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti e secondo alcuni osservatori locali la situazione potrebbe perfino peggiorare nel momento in cui le gang fedeli a Dudus, messo alle strette, decidessero di rivalersi colpendo per ritorsione l’industria del turismo gaiamaicana (nonostante i morti ammazzati, l’isola resta una delle mete preferite dagli occidentali in cerca di emozioni forti). "Finché i diritti umani fondamentali non saranno ugualmente garantiti a tutti," cantava Bob Marley nel 1974 in War, canzone ispirata a un celebre discorso di Haile Selassie alle Nazioni Unite, "il sogno di una pace duratura, la cittadinanza del mondo e le regole della morale internazionale resteranno solo una fuggevole illusione, perseguita e mai conseguita". A più di 35 anni di distanza, Kingston brucia nella violenza e le sue strade si riempiono di sangue, nel più completo menefreghismo della comunità internazionale.