“Gianfranco ha scelto, adesso bisogna separarsi”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

“Gianfranco ha scelto, adesso bisogna separarsi”

27 Luglio 2010

Senatore Quagliariello, Fini dice che chi pone la questione morale non può essere considerato un provocatore…

"Ecco, già queste parole fanno capire una cosa…"

Che cosa?

"Che cosa significa appartenenza? Secondo me vuol dire condividere degli obblighi e avere idee uguali sulle idee fondanti del partito. Queste parole di Fini insinuano nuovamente il dubbio che con una parte del partito non ci siano le stesse idee riguardo alla legalità e ad altri valori. Qui si parla di moralità in politica, ma per noi l’aspetto morale della politica è un’altra cosa…"

Pianeti ormai diversi e distanti, Quagliariello…

"Viene da dire che Fini sia tornato a un giustizialismo originario, come se non ricordasse come, in questi 14 anni passati insieme, una parte molto ampia della magistratura abbia fatto di tutto per fare fuori Silvio Berlusconi. Poi dice che chi è inquisito non deve avere ruoli di responsabilità politica? Un inquisito? Evidentemente abbiamo un’idea ormai davvero distante su che cosa significhi garantismo! Dire una cosa del genere significa legittimare che sia la magistratura a tenere le mani sulla politica, i giudici a sancire chi debba o non debba impegnarsi all’interno del partito. Mi sembra di non riconoscerlo…"

Con quelle parole, Fini ha voluto difendere anche Granata.

"Granata si è comportato come un giustizialista che sfodera la questione morale contro un suo compagno di partito".

Adesso, insomma, le strade sembrano essersi divise definitivamente. Che cosa si augura per il Pdl?

"Tutti si devono assumere le proprie responsabilità. Su una cosa sono d’accordo con Fini: queste non sono situazioni che si risolvono con il ricorso ai probiviri, ma ormai bisogna dividere definitivamente i nostri percorsi. Penso che si debbano riunire gli organi del partito e prendere atto di una separazione che è nelle cose. Ormai non abbiamo più le stesse idee su cosa sia la legalità, la moralità, la lotta alla mafia e questi ultimi 14 anni passati insieme".

Qual è stato il momento, a suo giudizio, in cui Fini ha deciso che il Pdl non faceva più per lui?

"A un certo punto, è sopraggiunto in lui il pentimento di aver fondato questo partito. Ma la sua opposizione – ed è questo che non riesco a comprendere – è nata all’indomani di una vittoria forte, schiacciante, tale da metterci davanti tre anni di governo e di possibilità di fare le riforme; in questo caso sarebbe dovuto prevalere un principio di lealtà. Avrei compreso il ‘pentimento’ nato in seguito a una sconfitta, ma dopo la vittoria elettorale del 2008 proprio è un atto di vera irragionevolezza".

Si va verso le elezioni, dunque?

"Credo che se ci sarà un atto di chiarimento, di qualunque genere esso sia, le elezioni si potrebbero evitare senz’altro. La maggioranza si tiene bene anche senza la componente finiana, non ci sono dubbi. Ma il chiarimento è assolutamente necessario".

Tratto da QN.