Giappone, orari di lavoro disumani: si suicida. Il presidente azienda si dimette
29 Dicembre 2016
Il presidente della maggiore agenzia pubblicitaria in Giappone, la Dentsu, rassegnerà le dimissioni in gennaio a seguito della morte di una ex dipendente, imputabile ad un eccessivo carico di lavoro. Lo ha annunciato lo stesso dirigente, Tadashi Ishii, nel corso di una conferenza stampa, mentre prosegue l’inchiesta del ministero della Salute e del Welfare nipponico sulle operazioni della società già coinvolta in passato in un caso analogo.
Matsuri Takahashi il giorno di Natale del 2015 si era lanciata nel vuoto. Stremata e depressa per le continue pressioni a cui era sottoposta e soprattutto per gli orari impossibili di lavoro: una media di 105 ore di straordinari al mese. Una situazione che il Giappone conosce bene tanto che esiste un termine specifico, “karoshi”, che definisce la “morte per eccesso di lavoro”.
Tadashi Ishii, 63 anni, ai vertici dell’azienda dal 2011, ha convocato mercoledì una conferenza stampa per chiedere scusa alla famiglia della ragazza. “Anche se abbiamo preso diverse contromisure, le condizioni di superlavoro non sono migliorate – ha detto annunciando le sue dimissioni- e per questo mi assumo la piena responsabilità dell’accaduto”. Dopo il suicidio della ragazza, la determinazione della madre nel portare avanti una campagna mediatica ha costretto l’ufficio del lavoro di Tokyo ad occuparsi del caso.