Giappone. Preoccupazioni nelle relazioni con gli USA

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Giappone. Preoccupazioni nelle relazioni con gli USA

08 Ottobre 2007

Si complica quanto mai per il nuovo premier giapponese Yasuo Fukuda il dossier già gravoso delle relazioni con gli Stati Uniti, che il mese scorso hanno causato le dimissioni del suo predecessore.

Si tratta di rivelazioni quanto mai scottanti su eventi di una quarantina di anni fa, collegati agli armamenti nucleari e a figure scomparse da tempo ma strettamente imparentate con la scena politica attuale.

Le questione piu urgente per Fukuda, come confermato oggi da diverse fonti di stampa a Tokyo, è rappresentata dalle richieste di Washington per maggiori fondi destinati al mantenimento delle basi americane nell arcipelago, un cosiddetto contributo di solidarieta che e gia pari gia pari a oltre 2,2 miliardi di euro e che i giapponesi sono i soli a pagare in tale misura (gli unici in assoluto per quanto riguarda alcuni reparti militari ritrasferitisi negli Usa).

Sono richieste quanto mai onerose per il premier nipponico in un momento in cui si trova gia ai ferri corti con l opposizione per l approvazione in parlamento di una nuova legislazione sull’ appoggio logistico fornito dal Giappone nel Mar Arabico alle forze americane e alleate impegnate militarmente nella regione. Gli avversari del partito conservatore di governo hanno espresso il timore che tale appoggio possa riguardare anche unità poi illegittimamente destinate a scacchieri bellici diversi da quello dell Isaf, il dispositivo della Nato per la pacificazione dell’ Afghanistan.

E a rafforzare tale timore sono intervenute oggi scabrose rivelazioni sul defunto premier Eisaku Sato, che nel 1974 ebbe il premio Nobel della pace per avere avviato il Giappone su una politica di risoluta opposizione alle armi atomiche.

In realta’, stando alla ricostruzione di uno studioso nipponico basata su documenti Usa di un paio di anni fa, Sato accetto’ nel 1969 di chiudere gli occhi su qualsiasi introduzione di armamenti nucleari americani nell’ arcipelago pur di ottenere la fine dell’ occupazione nella strategica isola meridionale di Okinawa, avvenuta tre anni dopo.

Pur risalendo a quasi 40 anni anni fa, la questione e’ della massima attualita’ per la politica interna ed estera giapponese.

Finora infatti il governo e il Partito liberaldemocratico (che ha egemonizzato la scena politica per gran parte del dopoguerra) non hanno mai ammesso alcuna breccia nella politica antinucleare dei ‘tre no’ (il rifiuto di produrre o possedere armi nucleari o di consentirne la presenza sul territorio nazionale), diventata un pilastro del pacifismo postbellico sancito dalla Costituzione. Stando invece a rivelazioni attribuite dall’ agenzia Kyodo al docente universitario Takashi Shinobu – basatosi su memoranda dell’ ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, allora Consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Richard Nixon, è quanto mai probabile che in Giappone siano state segretamente introdotte armi atomiche mentre alla popolazione veniva ripetutamente assicurato il contrario.

Le indicazioni in proposito rappresentano un duro colpo per i liberaldemocratici e soprattutto per le loro frange piu’ conservatrici: Sato infatti era un prozio dell’ex premier Shinzo Abe, dimessosi il mese scorso e sostituito dal moderato Yasuo Fukuda.

Ma oltre a rappresentare un ultimo chiodo sulla bara politica di un ultraconservatore come Abe, le rivelazioni appaiono imbarazzanti anche per Fukuda, e non solo per la contingenza politica: uno dei primi mentori di suo padre Takeo, premier tra il 1976 e il 1978, fu proprio Sato.