Giocare a fare il killer, la nuova moda (auto)distruttiva in voga tra i giovani

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Giocare a fare il killer, la nuova moda (auto)distruttiva in voga tra i giovani

23 Luglio 2010

Sembrava la sequenza di un film, invece era realtà. E’ accaduto in via Maragliano che porta a Novoli, Firenze. Un uomo di 46 anni si è visto affiancare da una macchina, dai finestrini abbassati sono spuntate delle armi. Erano dei ragazzi che lo hanno colpito alle gambe. Armi ad aria compressa. L’uomo ha riportato delle ferite. I ragazzi sono stati rintracciati e denunciati; 3 stranieri e 3 italiani un caso di integrazione rivolta al male. Tra loro anche dei minorenni. Sono stati denunciati per lesioni e porto illegale di armi. I carabinieri hanno trovato all’interno dell’auto un armamentario da film. Mitra, pistole e fucili ad aria compressa, usati poco prima contro il passante.

Ragazzi che giocano a fare i killer. Sembra che non sia la loro prima performance. Le vittime designate passanti e automobilisti. I pallini che fuoriescono dalle armi ad aria compressa possono creare lesioni importanti. Il malcapitato ha rischiato un infarto; infatti vedersi delle armi puntate contro fa solo parte di un film o di un incubo.

Ormai la risposta dei ragazzi al perché del loro gesto, haimé, non meraviglia più. Da un po’ di tempo è sempre la stessa. Era un gioco. Sembrerebbe che i nostri giovani abbiano cambiato il modo di giocare. I loro giochi siano sempre più violenti e sempre meno rispettosi dell’altro. Sembra che l’aggressività non riesca più ad essere controllata ed elaborata in forme più costruttive e creative ma sia declinata sempre più in modo devastante e violento. Forse la violenza ha preso il posto della noia che prima veniva tollerata, accettata e utilizzata. Oggi forse questa noia diviene insostenibile per i giovani. Alcuni di loro sembra che non riescano a riempire i momenti di tempo vuoti con gesti o pensieri che non siano distruttivi e senza senso.

Ragazzi privi di risorse interne che non riescono a tollerare un tempo vuoto dall’azione nel quale ricercare in modo creativo un senso che li soddisfi. Generalmente questo tempo era fatto di lettura, di pensieri, di passeggiate di conversazioni, di uno stare insieme, tipico dei giovani, dove non si fa nulla; si sta, ci si sostiene in quel malessere tipico dell’adolescenza, difficile da spiegare e da risolvere. Si sta in attesa che passi, guardandosi, scambiandosi frasi spezzate, pensieri accennati, sguardi veloci; in attesa che transiti quel disagio inspiegabile che a volte assale e che accompagna l’adolescenza. Quando si è giovani il tempo sembra che non passi mai che sia infinito e a volte questa sensazione può essere soffocante.

Per molti di loro l’azione diviene il balsamo, il pallone per i maschi, le chiacchiere di confronto e conforto per le ragazze. Ma per molti altri non è così. Non riescono a trovare azioni modi o pensieri che possano contenere il loro malessere; allora probabilmente esso si tramuta in azione scomposta e violenta. Ragazzi soli nella loro insoddisfazione e nel loro disagio. Ragazzi che probabilmente non hanno avuto il conforto dell’esempio e dell’ascolto che dovrebbe in questa età accompagnarli. Che non hanno ricevuto quell’attenzione nell’incontro con i genitori che non si risolve solo in sterili interrogatori ma in confronti significativi dove si cercano risposte ai loro perché e si dà importanza a quello che provano e dicono : è in questo spazio così pensato che si creano legami.

Lasciati crescere senza l’attenzione dell’adulto, la figura che dovrebbe indicare una strada diversa e soluzioni più consone alla tristezza. Magari anche insegnare l’accettazione di questi sentimenti sgradevoli che accompagnano la crescita; come l’impotenza, difficile da sopportare. Forse oggi l’insegnamento più utile per questi giovani è rappresentato proprio dall’accettare che alcuni stati d’animo vanno accolti, sopportati. Già l’accoglienza e la consapevolezza del proprio sentire può suggerire soluzioni ed idee inimmaginabili. Ciò non è semplice, bisogna imparare a perseguire questa ricerca di accettazione e di consapevolezza. Per alcuni viene da sé con il tempo, per altri è impensabile raggiungerla se non è insegnata. Comprendere ed accettare l’ineluttabilità degli eventi e del sentire per gli adolescenti è difficile.