I neonati parcheggiati a Kiev? Meglio farli adottare. Ecco la proposta

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I neonati parcheggiati a Kiev? Meglio farli adottare. Ecco la proposta

I neonati parcheggiati a Kiev? Meglio farli adottare. Ecco la proposta

09 Maggio 2020

Tratto da Aibi, Amici dei Bambini

Un video per pubblicizzare bambini nati da utero in affitto: è quello pubblicato lo scorso 30 aprile dalla clinica Biotexcom, che mostra 46 neonati accuditi in alcune stanze di un hotel di Kiev, in Ucraina. I bimbi, commissionati da clienti di altri Paesi (Francia, Spagna, Inghilterra e anche Italia, secondo Avvenire), non hanno potuto essere “ritirati” a causa del lockdown imposto dal Coronavirus. Nel frattempo i contratti con le madri surrogate sono scaduti con il parto e quindi è stato necessario trovare un’altra sistemazione…

“Cari genitori – spiega una giovane con mascherina nella versione italiana del filmato – se ora non potete attraversare il confine e venire in Ucraina per prendere il vostro bambino, non disperate. Alcuni Stati sono già andati incontro ai propri cittadini ed hanno avviato il processo“. L’avvocato dell’agenzia fa da consulente alle coppie e cerca di velocizzare le pratiche, suggerendo alle coppie di rivolgersi alle proprie rappresentanze diplomatiche e al proprio ministero degli Esteri, ma nel frattempo “l’amministratore dell’hotel Venezia, dove i nostri piccoli ospiti stanno aspettando i loro genitori, parla della vita quotidiana dei neonati”.

“Le immagini – racconta Avvenire – mostrano come vivono i bambini, chi si prende cura di loro, in una sorta di allucinante vetrina di neonati infagottati. Un video pubblicitario utilizzato evidentemente per tranquillizzare i genitori committenti, ma che paradossalmente fa emergere una volta di più le storture della surrogazione di maternità”. “Ma il caso di Biotexcom – riporta un altro quotidiano, Il Corriere della Sera – è solo la punta dell’iceberg. In Ucraina sono decine le agenzie di maternità surrogata che in questo momento sono in difficoltà sia perché il business è fermo a causa della pandemia, sia perché si ritrovano con tanti bambini e bambine sospesi in un limbo, anche giuridico. Si parla di circa 500 neonati. Chi se ne prenderà cura? Qual è il loro status attuale? Sono cittadini ucraini? Sono apolidi? Domande ancora senza risposta”.

Ucraina e utero in affitto. La proposta di Carlo Giovanardi: “Adottare quei bambini”

Chi chiede di intervenire rapidamente è anche l’ex ministro Carlo Giovanardi, per quattro anni presidente della CAI – Commissione Adozioni Internazionali. “L’Italia – ha detto Giovanardi in una nota – si faccia carico di una proposta perché i neonati parcheggiati a Kiev, o altri che si trovano nelle stesse condizioni nei pochi paesi del mondo che ancora consentono la pratica ignobile dell’utero in affitto, vengano dati in adozione o nel paese in cui sono stati partoriti o tramite l’adozione internazionale”.

“Ha indignato e commosso il mondo – scrive Giovanardi – la foto dei neonati provvisoriamente ospitati in un albergo ucraino, in attesa che le coppie committenti, etero od omosessuali, li vadano a ritirare, dopo averli ‘comprati’ al costo di centinaia di migliaia di euro, come da contratto concordato con agenzie di intermediazione che si sono fatte carico di trovare una gestante”.

“Una recente sentenza della nostra Cassazione – continua Giovanardi – ha ribadito che questa pratica in Italia è penalmente perseguibile e i bambini comprati all’estero non possono essere riconosciuti dalle nostre anagrafi come figli dei committenti. Soltanto in Italia invece ci sono tremila coppie che in piena legalità, dopo aver espletato tutte le pratiche del caso, sono in attesa di adottare un bambino, o tramite l’adozione nazionale o tramite l’adozione internazionale”.