Giovani finiani lasciano Fini per non finire dipietrizzati

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Giovani finiani lasciano Fini per non finire dipietrizzati

13 Luglio 2011

Non ti curar di loro ma guarda e passa. E’ un Fini che non ti aspetti, oppure è fin troppo prevedibile nel nuovo abito politico griffato “anti-Cav”. Un Fini in versione Virgilio che guida i suoi, o quello che ne resta, lungo la ‘traversata nel deserto’. E a quanti, dei suoi, finora si sono fermati per strada, scegliendo percorsi alternativi alle strambate di Bocchino e Granata, il capo ha solo da dire: “Non ti curar di loro ma guarda e passa…”. Della serie: non mi riguarda, è un problema loro.

Nessun interrogativo, nessuna riflessione magari autocritica, nessun dubbio. E’ stato così, seguendo l’ordine temporale degli accadimenti, per l’addio a Fli di Urso e Ronchi liquidato da Bocchino come una “non-notizia”. Accade oggi per i sette dirigenti del movimento giovanile di Generazione Futuro che hanno deciso di abbandonare la nave finiana e non per sport, tantomeno per tornare dal Cav., bensì per l’identico motivo per il quale qualche mese fa il presidente della Camera ha visto sgretolarsi il suo gruppo parlamentare al Senato e via via uscire da Fli fior di deputati e compagni ‘storici’ di viaggio (prima nel Msi poi in An, ricordate il drammatico addio di Pontone?).

Motivo che il falco-colonnello Fabio Granata rilancia dalle colonne dell’Espresso (e che peraltro, pure se sottotraccia è già accaduto nei ballottaggi alle amministrative): Fini e Di Pietro “sarebbero perfetti per costruire insieme il nuovo partito della nazione e della legalità”. E Fini? Come al solito ci ha dovuto mettere una pezza sopra dicendo che “il principio della legalità è alla base della democrazia, è bastato questo per parlare di alleanze. Ma le alleanze politiche si fanno sulla base dei programmi non su principi già previsti dalla Costituzione”. Di pezza in pezza, l’abito diventa quello di Arlecchino.

La deriva a sinistra, l’idea di alleanze con Bersani e perfino Di Pietro e Vendola, è l’ultima goccia che ha scatenato l’onda. E così Giovanni Basini, Matteo Laruffa, Luca Lorenzi, Cecilia Moretti, Antonio Rapisarda, Antonio Riolo e Pietro Urso hanno detto e scritto: ce ne andiamo perché “non intendiamo impegnarci un altro anno solo per venire poi informati all’ultimo di patti con chi di centrodestra non è”. Armi e bagagli, destinazione FareItalia l’associazione di Urso e Ronchi.  

Quanto basta per la nota liquidatoria di Generazione Futuro, braccio operativo di Fli che Bocchino ha voluto dedicato ai giovani. Un bel paradosso: il partito nato per dare un’opportunità nuova e diversa, garantire uno spazio ai giovani per meriti e non per raccomandazioni o eredità dinastiche, perde un gruppo di giovani che a sinistra proprio non ci vogliono andare. La parola d’ordine è: minimizzare. Così come il ben servito: “Si tratta di una non-notizia” e la ragione sta nel fatto che i sette dimissionari vengono catalogati come ‘ursiani’. Fine della storia.

Ma di questo passo, il Fini-Virgilio rischia di fare il Vate di se stesso. E però con un robusto paracadute: lo scranno più alto di Montecitorio da dove continuare a fare la sua battaglia politica contro Berlusconi. Di giovane e di futuro, in tutto questo non c’è proprio nulla.