Giovani, onnipotenti e infelici

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Giovani, onnipotenti e infelici

17 Maggio 2007

Ci si compiace sempre di più di avere figli spiritosi, che fanno ridere, che trasgrediscono. Ma che simpatici se si autorizzano da soli a fare una gita mettendo una firma falsa! Quanto sono intelligenti se fotografano il professore “fuori dai gangheri”! Che adorabili fenomeni, sempre più al centro dei racconti degli adulti, che si beano di avere dei figli vincenti, che arrivano primi imbrogliando e insultando. Genitori patetici che urlano nelle partite dei figli: “fagli vedere chi sei, spezzagli le gambe”. Ma questo genitore si domanda il suo esempio cosa produrrà? Si domanda a che cosa condurrà farsi dare dello stupido dal figlio, ridere compiaciuto di avere un figlio “sveglio”, che se è un po’ nervoso gli dà anche qualche calcio nelle gambe? Quel genitore potrebbe poi meravigliarsi se le parolacce e i calci li riserverà anche alle maestre e agli istruttori, perché non individua la differenza? Chi gli spiegherà che vuol dire il rispetto dell’atro, che il contesto conta, che le regole esistono?

Oggi i ragazzi decidono che scuola scegliere, dove andare in vacanza, chi frequentare, di quanti soldi hanno bisogno. Praticamente gestiscono la vita familiare, sono al centro di tutto, onnipotenti ma anche pieni di ansia, poiché sentono che se riescono a manipolare tutto e tutti – ed in particolare i propri genitori – nessuno li proteggerà. Sono loro ad avere in mano la situazione, e i genitori sono percepiti come piume al vento, incapaci di guidare, di contenere. Di fronte a questi figli i genitori confondono la loro intraprendenza scomposta con l’autonomia e si compiacciono di fronte alle loro bravate. Ma ci si è chiesti che vuol dire autonomia? Essere prepotenti, egocentrici e viziati è stato scambiato per essere autonomi. Ma l’autonomia interiore è nulla, la consapevolezza di sé inesistente. Si ha paura di tutto e si ricorre alla prepotenza e alla negazione dei problemi per superarla. Si è fragilissimi di fronte al più piccolo ostacolo. Tutto è dato per scontato, non si può non avere ciò che si desidera e se non ci si riesce i genitori aiutano spesso in modo poco ortodosso ad ottenere tutto quello che i ragazzi vogliono.

Si contesta la scuola quando sanziona, riparare i danni non è contemplato. Come pensa il genitore di questo ragazzo apparentemente autonomo, colto, brillante ma interiormente inesistente? Pensa che la prepotenza paghi, pensa che più cose suo figlio avrà e saprà fare più sarà forte e più potrà vincere. Si sente spesso dire dai genitori se non gliela insegno io un po’ di cattiveria come si potrà difendere? Li stiamo educando alla cattiveria,all’onnipotenza e all’egocentrismo,ma anche alla solitudine,all’ansia e allo smarrimento,dove l’altro non è visto come una risorsa ma come un Nemico.