Giovanni Paolo II e l’amicizia con Marinelli, il “Generale” di Agnone

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Giovanni Paolo II e l’amicizia con Marinelli, il “Generale” di Agnone

02 Maggio 2011

di L. C.

Decine di pullman sono partiti dalle quattro diocesi molisane per portare i fedeli all’appuntamento con la storia: la beatificazione di Giovanni Paolo II. Chi non è potuto andare a piazza San Pietro, ha seguito la cerimonia sui maxi schermi allestiti nei principali centri del Molise. Il legame tra il Papa polacco e i molisani divenne indissolubile con la sua visita del 1995. Il Pontefice arrivò in regione per la posa della prima pietra del Centro di ricerche e formazione biomedica della Cattolica di Campobasso. In provincia di Isernia visitò Agnone e la Pontificia fonderia, poi si recò al Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso. Ad ogni appuntamento c’erano migliaia di fedeli ad accoglierlo.

A tutti lasciò questo messaggio di grande speranza, sempre attuale. “Non arrendetevi di fronte ai gravi problemi del momento – disse Papa Wojtyla ai cittadini agnonesi – e non rinunciate a progettare il vostro futuro”. Questa frase non l’ha dimenticata nessuno. Di recente è comparsa anche sugli striscioni portati in corteo durante le varie manifestazioni in difesa dell’ospedale della cittadina altomolisana.

Nella sua visita in Molise Giovanni Paolo II era accompagnato dal suo “angelo custode”, agnonese d’origine: il prefetto Enrico Marinelli, responsabile della sicurezza del Pontefice. Tra i due – rivela l’Ansa – nacque subito una grande amicizia. Nell’aprile del 2005, quando le condizioni di salute di Wojtyla si aggravarono, il prefetto andò in Vaticano. Poco prima di perdere conoscenza –  gli disse il segretario – il Papa ricordò pochi amici.

Tra questi c’era il suo “Generale”: così il Santo Padre chiamava, infatti, Marinelli. Tra i due si era creata una grande intesa. Il prefetto molisano lo accompagnava spesso anche nelle sue escursioni segrete in montagna, in particolare sul Terminillo e in Abruzzo. Amava la montagna ed era molto atletico: stargli dietro era davvero dura. In queste uscite – ha più volte ricordato Marinelli – il Papa si fermava a parlare tranquillamene con i pastori e i contadini che incontrava per caso sulla sua strada.

Nell’intervista rilasciata all’Ansa, l’ex responsabile della sicurezza del Papa e del Vaticano ha raccontato anche altre curiosità sulla vita privata di Giovanni Paolo II. Era mattiniero, andava a dormire a mezzanotte, ma alle 5:30 era già in piedi. Quando le sue condizioni di salute si aggravarono fu adottato questo stratagemma: gli orologi venivano messi mezzora dietro. “Era l’unico modo per tenerlo a riposo qualche minuto in più. Quando mi scoprì – ha concluso il “Generale” Marinelli – mi disse che ero un birbantello”.