Giovannini, a ottobre ridurremo cuneo fiscale. “Ma serve stabilità”
07 Settembre 2013
Il ministro del lavoro, Enrico Giovannini, punta a un provvedimento di riduzione del cuneo fiscale entro il mese di ottobre. "Con il ministero dell’Economia stiamo facendo delle simulazioni e stiamo verificando le varie ipotesi. A metà ottobre faremo la nostra proposta. Sappiamo che la Legge di stabilità è il luogo nel quale si fanno le scelte pluriennali", ha detto il ministro a margine del Seminario Ambrosetti di Cernobbio. Giovannini ha dato credito alla ipotesi che il taglio del cuneo fiscale favorisca le aziende che decidono di investire, ma ha messo in guardia dalla situazione generale della economia, invitando a ragionare sul lungo periodo.
"Non possiamo immaginare di fare tutto nel 2014, visto il livello delle risorse a disposizione ma dobbiamo dare alle imprese la certezza che da qui ai prossimi anni ci sarà un percorso". La ripresina, insomma, non sarà sufficiente per "riassorbire i 3 milioni di disoccupati che abbiamo. C’è però un aspetto positivo: da quattro mesi il tasso di disoccupazione non aumenta più". Proprio perché la ripresa è vicina, secondo il ministro, l’Italia deve tenersi il governo che ha, sinonimo di stabilità, come del resto è emerso in questi giorni al G20 di San Pietroburgo. "Se cade il governo saltano 20 provvedimenti di grande rilievo, per agganciare la ripresa serve un governo e serve un Parlamento, per continuare i cambiamenti strutturali che servono serve stabilità".
Noi continuiamo a credere che abbattere il cuneo fiscale, con interventi anche su più larga scala rispetto a quelli evocati dal ministro, sia una delle soluzioni alla promozione della occupazione giovanile, ma insieme serve semplificare la regolamentazione dei rapporti di lavoro ed integrare meglio il mondo della scuola, l’università e il lavoro. Andrebbero estesi, ad esempio, i contratti di apprendistato, con una certificazioni più semplice sulle attività formative svolte dai giovani nelle azienda, il luogo strategico per l’apprendimento pratico – il learning by doing come di dice negli Usa. Serve un numero maggiore e un funzionamento più efficace degli uffici di orientamento e di collocamento nelle università e nelle scuole superiori, facendo incrociare meglio la domanda e la offerta di lavoro sul territorio.