Giù le mani dal Parmigiano Reggiano

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Giù le mani dal Parmigiano Reggiano

04 Luglio 2007

Le recenti affermazioni di Greenpeace sulla eventualità che il latte utilizzato per la produzione del Parmigiano Reggiano (ANSA 21 e 22 giugno 2007; Corriere della Sera 25/6/07) possa essere “contaminato” da OGM ci allarmano sia perché disinformative e fuorvianti per i consumatori, sia perché, come riporta il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, mette a rischio il lavoro onesto di migliaia di famiglie, di imprese agricole e di strutture di trasformazione coinvolte nella lavorazione di questo prodotto d’eccellenza.

Come al solito, la diffusione di “quasi-informazioni”, non sempre sufficientemente documentate e quasi mai di rigore scientifico, mentre da un lato può avere l’effetto immediato di strappare una colonna di giornale ed aumentare effimeramente la popolarità di questo o quel gruppo, in realtà devia solo il fuoco dalle problematiche reali in modo tale da non parlare mai delle questioni importanti. Perché all’origine di queste posizioni contrastanti c’è una certa confusione su cosa siano davvero le biotecnologie e come possono influenzare ora ed in futuro il mondo in cui viviamo [1]. La realtà è che oggi siamo ben oltre le affermazioni di Greenpeace (che, tra l’altro, se fosse veramente interessata ai problemi ambientali ed alla salute della gente, potrebbe farsi un giretto per le strade di Napoli e provincia, per vedere un po’ cosa fare per una città meravigliosa che vive in cronica emergenza rifuti!) perchè per dirla con Louis Fresco (2) “Genetically modified organisms (GMOs) are a fact of modern agriculture, and are here to stay”. Ed è forse questo il punto da cui dovremmo partire. Vi riporto a riguardo, un commento di Ray Bressan della Pur due University fatto circa 6-7 anni fa in occasione di un convegno sulle biotecnologie (1). Le sue considerazioni sono quanto mai attuali e ci aiuteranno a chiarire qualche punto.

“[…] Anche se sono in molti a credere che le biotecnologie abbiano visto la luce di recente, in ambito vegetale il fenomeno risale a tantissimo tempo fa quando fu piantato il primo seme nel terreno ed ebbe inizio l’agricoltura, circa 10000 anni fa. Sin da allora gli agricoltori cominciarono a rendersi conto che le caratteristiche delle piante si trasmettono da una generazione all’altra proprio attraverso i semi, ed iniziarono a selezionare quelli delle piante aventi caratteristiche desiderabili quali una crescita rapida, un tasso di sopravvivenza elevata ed una maggiore produttività. Fu questo l’inizio dell’agricoltura ed il miglioramento colturale continuò non solo attraverso il processo di selezione ma anche attraverso gli incroci (il primo passaggio artificiale di geni da una pianta all’altra). Nostante non vi siano forti opposizioni nei riguardi delle biotecnologie mediche, che hanno sfruttato e continuano a sfruttare i progressi dell’ingengeria genetica, molti si oppongono alle biotecnologie in agrcoltura. Perché? Gli OGM non sono certo la prima occasione di conflitto tra società ed agricoltura, relativamente alle controversie sulle tecniche colturali ed il loro impatto su umanità ed ambiente. Molto prima dell’avvento delle tecniche di modificazione genetica, c’erano delle preoccupazioni sull’effetto delle pratiche agricole sull’ambiente ed il genere umano. In effetti l’agricoltura di per se è causa di profonde alterazioni dell’ambiente naturale: le attività agricole portano al disboscamento ed alla monocoltura di ampie superfici per ottenere rese elevate. Inoltre richiedono molti input esterni per ottenere raccolti abbondanti, come fertilizzanti, acqua e tecniche ad elevato impatto ambientale. Nel mondo moderno sono molteplici i casi di abuso della terra per produrre più cibo. Una realtà a cui si è sovrapposto l’uso diffuso di pesticidi, di fertilizzanti sintetici rispetto a quelli organici, l’uso di ormoni della crescita e tanti altri cambiamenti in un’agricoltura sempre più dipendente da fattori esterni, che a giudizio dei più hanno esercitatato un’influenza negativa sia sull’ambiente che sulla struttura della nostra società. Ad alcuni, ora, l’uso degli OGM in agricoltura sembra far cadere l’ultimo baluardo di difesa contro questi cambiamenti.

Questa resistenza al cambiamento non è nuova: in realtà essa è parte della natura umana e le innovazioni scientifiche sono sempre state accompagnate da controversie. As esempio, l’idea della selezione naturale e dell’evoluzione è ancora oggetto di discussione. I progressi tecnologici precedenti l’era delle biotecnologie quali la pastorizzazione del latte, l’introduzione dei vaccini, la clorazione dell’acqua e molti altri, sono stati, ed alcuni lo sono ancora ora, fortemente dibattuti. Oggi le biotecnologie moderne, cioè l’ingegneria genetica, non solo possono apportare più cambiamenti ma anche in tempi molto più veloci. L’ingegneria genetica, per spiegarlo in termini semplici, è la capacità di trasferire materiale genetico da un organismo a un qualsiasi altro, diversamente dalla tecnica di incroci vegetali o animali in cui i geni si potevano trasferire solo tra specie molto vicine. Molti oppositori dell’ingegneria genetica ritengono che lo scambio di materiale genetico (DNA) tra organismi che non hanno niente in comune sia un concetto completamente nuovo, ma ciò non è vero ed è in realtà un meccanismo che si è ripetuto (e continua a ripetersi) molte volte in natura. Esiste da sempre un’ingegneria genetica naturale, per opera di virus che trasportano il proprio DNA a quello dell’organismo ospite da un soggetto all’altro. In effetti, il 98% del DNA dell’essere umano è il risultato di questo tipo di trasferimento da parte di retrovirus. Nell’era della nuova ingegneria genetica, gli scienziati applicano la tecnica del trasferimento del DNA nelle piante usando il batterio Agrobacterium tumefaciens che ha la capacità naturale di trasferire DNA da una specie (un qualsiasi organismo) a molte altre specie vegetali.

 

E’ a causa della mancanza di informazioni che si è giunti a così tante teorie sulle potenzialità dell’ingegneria genetica per l’umanità. Per definire la portata del fenomeno vanno affrontate con chiarezza le tre questioni di fondo relative agli OGM: 1) La sicurezza dei cibi a base di organismi geneticamente modificati; 2) La sicurezza degli OGM per l’ambiente; 3) La reale necessità degli OGM in agricoltura.

Ma questi tre punti li affronteremo in dettaglio nei prossimi giorni.

 

 

Note bibliografiche

1. Bressan RA, Weller SC, 2004. Gli OGM e il Futuro dell’Agricoltura. In: Le biotecnologie per le colture agrarie in ambiente mediterraneo: incontro tra scienza e agricoltura. Eds. A. Maggio, E. Benvenuto. Atti del Convegno presso l