Giù le tasse: qualche proposta seria c’è e va presa in considerazione

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Giù le tasse: qualche proposta seria c’è e va presa in considerazione

29 Aprile 2009

Si è spesso parlato della necessità di ridurre una pressione fiscale ai limiti del sostenibile. Qualcosa a dire il vero però è già stata fatta e a ben vedere neppure di poco conto.

Basti pensare infatti al bonus fiscale, a favore degli imprenditori che hanno creato posti di lavoro al Sud entro il 31 dicembre 2008, di 333 euro al mese per ciascun lavoratore assunto e a quello di 416 Euro nel caso di lavoratrici donne rientranti nella definizione di lavoratore svantaggiato, o al bonus fiscale sugli straordinari e premi di produzione per i dipendenti del settore privato, con un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali pari al 10% sulle somme percepite dal primo luglio 2008 fino ad un tetto massimo di 3.000 Euro.

Oppure alla detrazione del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici, o a quella del 20% per l’installazione di motori ad elevata potenza elettrica (con quindi maggiore produttività e minori consumi), o all’aumento a 3.615,20 Euro del limite di deducibilità dei contributi a fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale, o all’aumento del limite di detraibilità per gli interessi passivi sui mutui, ora portato a 4.000 Euro (da 3.615) e alla possibilità di detrarsi anche fino ad un massimo di mille euro per le spese di intermediazione sostenute per l’acquisto dell’abitazione principale.

Oppure basti pensare al bonus fiscale a favore delle piccole e medie imprese che si aggregano nel 2009 e alla deduzione integrale delle spese di rappresentanza fino ad un tetto annuo (pari, per esempio, per le pmi con ricavi fino a 10 milioni di euro, ad uno sconto dell’1,3% del fatturato per quindi 130.000 Euro), o al credito di imposta, pari al 10% dei costi sostenuti (40% in caso di contratti con Università ed enti pubblici di ricerca) per favorire le attività di ricerca e sviluppo.

Oppure ancora agli incentivi fiscali e previdenziali a favore delle piccole e micro imprese costituite entro il 2009 nelle 22 zone franche urbane (ZFU) distribuite in undici Regioni e consistenti nella esenzione dalle imposte sui redditi per 5 anni (e poi nella esenzione del 60% dal senso al decimo anno, del 40% per l’undicesimo e il dodicesimo e del 20% per i successivi due anni), nella esenzione dall’Irap, dall’ICI e dal versamento dei contributi previdenziali.

O ancora, infine, a un nuovo pacchetto di detrazioni di imposta (nella quota del 19%) per la formazione e l’istruzione sui contributi per riscattare la laurea, sui canoni di locazione pagati dagli universitari fuori sede, sui costi sostenuti dai docenti per il proprio aggiornamento, sulle rette degli asili nido (fino a 120 euro l’anno per ogni figlio).

E questo solo per citare alcune delle novità recentemente introdotte. Insomma, non solo chiacchere. Questo certo non vuol dire che però non si possa (e debba) fare di più.

Interessante è la proposta recentemente avanzata da Lamberto Cardia, Presidente della Consob, di non tassare i capital gain almeno per tre anni, al fine di dare maggiore fiducia agli investitori (soprattutto quelli piccoli) e per riportare risorse fresche al sistema finanziario (che poi li possa così fare affluire alle imprese).

Sarebbe interessante ed opportuno ridurre le accise sulla benzina, anche considerato che il numero (e la causale) delle accise che gravano sui carburanti è davvero patologico.

Ce ne sono alcune infatti destinate al finanziamento della guerra in Etiopia del 1935, altre alla crisi del Canale di Suez del 1956, altre per il disastro del Vajont del 1963, o per l’alluvione di Firenze del 1966, laddove è chiaro che, ormai, esaurita la loro originaria destinazione d’uso, tutte queste risorse finiscono ormai indistintamente nella fiscalità generale e costituiscono quindi inutili balzelli.

Le imprese invocano inoltre a gran voce la detassazione degli utili reinvestiti e un’altra interessante proposta è quella dell’aliquota “secca” del 20% sui redditi da locazione, con corrispondente detrazione di imposta (fino ad un tetto massimo) per i canoni pagati (in questo modo peraltro, presumibilmente, emergerebbero molti redditi fino ad oggi in “nero”).

Insomma le cose fatte sono tante e le cose da fare sono altrettante. Ma come dice il brocardo, chi è a metà dell’opera …