Giulio Regeni torturato, “morte lenta”. Renzi chiama Sisi, spunta pista islamista

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Giulio Regeni torturato, “morte lenta”. Renzi chiama Sisi, spunta pista islamista

05 Febbraio 2016

Non c’è ancora una versione concorde sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo, in Egitto, mentre sia il presidente del Consiglio Renzi che quello della Repubblica, Mattarella, chiedono al presidente Al Sisi di fare chiarezza sulla morte del giovane. Secondo la autopsia la morte di Regeni sarebbe stata provocata da un forte colpo alla testa, un colpo dato da un oggetto contuntente. Si parla anche bruciature di sigaretta, altri segni di torture, ferite da coltello, sul corpo di Regeni, che i genitori hanno potuto vedere quando il cadavere del ragazz è stato consegnato all’Umberto I, ospedale italiano al Cairo. A Fiumicello, paese di origine di Regeni, è stato proclamato il lutto cittadino.

 

E’ stata "una morte lenta" secondo la procura di Giza che indaga su caso. Le parole del procuratore Nassar, sono state riportate dai giornali egiziani. Ma c’è anche l’ipotesi di un incidente stradale, fatta dal dipartimento della polizia locale. Regeni era in Egitto per delle ricerche sul mercato del lavoro nel grande paese africano, ricerche e articoli, pubblicati con pseudonimo sul quotidiano il manifesto, che arrivano fino a oggi, in un momento particolarmente teso per la società egiziana, alla vigilia della commemorazione dei fatti di Piazza Tahrir.

 

Matteo Renzi ha telefonato al presidente egiziano al Sisi chiedendo di sapere "tutta la verità" sulla morte di Regeni, mentre Sisi ha fatto sapere che il governo egiziano sta "perseguendo ogni sforzo per togliere ogni ambiguità" sulla vicenda a cui viene attribuita dalle autorità "un’estrema importanza". L’Italia "troverà una cooperazione costruttiva da parte delle autorità egiziane", ha detto Sisi. Giornalisti e collaboratori del Manifesto che conoscevano Regeni fanno sapere che il giovane italiano aveva paura, per questo firmava con pseudonimo i suoi articoli. Oggi sul quotidiano italiano appare un articolo di Regeni, a sua firma, non con pseudonimo, sempre legato alla situazione del mercato del lavoro in Egitto.La famiglia di Regeni aveva diffidato il quotidiano dalla pubblicazione.

 

Le notizie sulle presunte torture a Regeni aprono una serie di tensioni diplomatiche tra Italia ed Egitto, in un momento, come dicevamo, in cui media e autorità egiziane hanno spesso descritto gli stranieri presenti nel Paese come legati a eventuali complotti contro il governo in carica, spia delle tensioni che si respirano al Cairo in concidenza dell’anniversario del 25 gennaio. Ma il governo di Al Sisi deve anche vedersela con l’insorgenza islamista legata all’ISIS (l’anno scorso un operaio petrolifero croato fu rapito e decapitato, e ricordiamo la bomba ritrovata all’esterno del consolato italiano al Cairo. Giovedì, i media egiziani hanno parlato di "mani sataniche" dietro l’omicidio Regeni, che hanno colpito per danneggiare le relazioni tra Egitto e Italia. Un riferimento neanche troppo velato agli islamisti della Fratellanza Musulmana, decapitata con il colpo di stato che ha portato al potere i militari e successivamente ha spianato la strada alla vittoria elettorale di Sisi.

 

Ma altre fonti giornalistiche, come il Sole 24 Ore, puntano il dito sulle forze della sicurezza egiziana, alimentando il sospetto che l’omicidio del giovane sia legato agli apparati della sicurezza del Cairo, e dunque alle ricerche su lavoro e diritti che stava conducendo il giovane studioso nel Paese.

 

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