Giustizia. Alfano: “E’ un obbligo fare ciò che si dice in campagna elettorale”
02 Novembre 2009
di redazione
"Certamente non rifiutiamo l’intesa con l’opposizione, anzi la ricerchiamo perchè le riforme, se votate da una maggioranza più ampia, durano di più nel tempo perchè scevre dal rischio che il Parlamento successivo le cambi ancora". Lo ha detto Alfano a proposito della riforma della giustizia. "Però – ha aggiunto il Guardasigilli, Angelino Alfano – abbiamo il dovere che nasce dalla nuova fase democratica che consegna al governo del Paese uomini votati direttamente dal popolo: l’obbbligo è fare ciò che in campagna elettorale si è detto di voler fare e mantenere gli impegni assunti".
"Al bivio tra la paralisi e la decisione in ottemperanza con quanto voluto dagli elettori – ha concluso il ministro – noi sceglieremo non di rimanere fermi ma di procedere con le riforme. Agli elettori non potremo dire che la riforma della giustizia non l’abbiamo fatta ma abbiamo dialogato alla gradne. Non ci voterebbero".
A stabilire che Diana Blefari Melazzi "fosse non incompatibile con la detenzione carceraria, tenuto conto del suo stato psicofisico, è stata la magistratura". A rivendicare il fatto che "non è il ministro della Giustizia a decidere chi deve o non deve stare in carcere" è lo stesso Guardasigilli, Angelino Alfano che, in un’intervista, ribadisce di aver avviato un’inchiesta amministrativa per verificare le condizioni di detenzione della neobrigatista suicidatasi a Rebibbia.
"Là dove si trovava detenuta – afferma Alfano – le condizioni ambientali non erano denotate da sovraffollamento o da situazioni poco dignitose". In ogni caso – conclude Alfano – come per la vicenda della morte di Stefano Cucchi "nessuna ombra deve rimanere su casi così delicati", motivo per cui il ministro "ha raccomandato la massima celerità possibile" per la conclusione dell’inchiesta interna all’amministrazione penitenziaria.