Giustizia. Alfano: “Riforma del Csm contro i condizionamenti interni”
16 Novembre 2010
di redazione
"Tutelare la libertà della magistratura non vuol dire solo tutelarla da condizionamenti esterni ma anche tutelarla da condizionamenti interni, alle sue componenti associative, alle sovrastrutture. Una seria riforma della magistratura non può che partire da una riforma dell’autogoverno della magistratura stessa, condizionata da dinamiche interne che assomigliano o si sovrappongono alle dinamiche interne alla politica". Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università europea di Roma.
Il Guardasigilli ha sottolineato che l’autogoverno è un presidio d’indipendenza della magistratura che il governo ha intenzione di difendere, ma se non è gestito in modo imparziale può diventare un pericolo per le istituzioni. Alfano ha detto che "abbiamo assistito con sgomento crescente a iniziative giudiziarie che, pur partendo dal rispetto delle regole, spesso trasmodavano in devastanti conflitti istituzionali. La credibilità giudiziaria è sovente condizionata da dinamiche tutte interne alla magistratura italiana".
Secondo il ministro "il problema amministrativo della giustizia è anche un problema di credibilità. La crisi istituzionale in atto è anche dovuta a una dialettica tra poteri dello Stato, esecutivo e giudiziario, purtroppo spesso in conflitto. L’interpretazione della legge deve sempre fare i conti con l’armonia sociale, perché la norma non può essere causa di conflitto sociale ma strumento di riduzione del conflitto". Alfano, nel corso del suo intervento ha inoltre sottolineato che "il dibattito politico dai toni sempre più aspri porta a una contrapposizione violenta ed esaspera il dialogo. In questo contesto difficile la giustizia vive una crisi di efficienza e credibilità e non appare capace di svolgere il suo compito di mediatrice dei conflitti".