Giustizia. Berlusconi: “Serve una riforma radicale del sistema giudiziario”
14 Luglio 2008
di redazione
"C’è la necessità ab imis di una riforma del sistema giudiziario italiano". Secondo il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, serve una "riforma radicale" della giustizia che va oltre la separazione delle carriere: "Io credo che si debba fare di più, molto di più".
Tagli "allarmanti" che rischiano di aggravare ulteriormente "una situazione già fortemente critica", e che denotano un "atteggiamento contraddittorio" del governo che da una parte punta all’informatizzazione del processo, mentre dall’altra decurta gli stanziamenti per la sua realizzazione. Così il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Luca Palamara, commenta il documento pubblicato dal quotidiano La Repubblia con cui il capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria del ministero della Giustizia lancia l’allarme sulle conseguenze che avranno per i tribunali i tagli della manovra, con una riduzione del 22% delle spese per i consumi intermedi (acqua, luce gas, carta, fax benzina etc) per il 2009 che salirà del 30% nel 2010 e al 40% nel 2011.
Palamara è preoccupato: "In occasione della giunta dell’Anm di domani prenderemo in esame maggiori elementi conoscitivi. Certo è che se il governo intende puntare sull’ informatizzazione del processo, questa è la prima promessa che rischia di non essere mantenuta. Il miglioramento del sistema giustizia passa per un un aumento delle risorse, non per una riduzione".
Palamara sottolinea che il sindacato delle "toghe" è in agitazione già da una settimana per i tagli agli stipendi dei magistrati su cui, al momento, il governo sarebbe intenzionato a fare marcia indietro.
"Se i tagli agli stipendi incidono più sul singolo, quelli ai tribunali hanno un effetto più globale. Ma a risentirne – conclude il presidente dell’Anm – è sempre il funzionamento della giustizia che necessita di riforme di carattere organico»