Giustizia: botta e risposta Finocchiaro-Quagliariello su Consulta
01 Luglio 2009
di redazione
Lodo Alfano e Consulta. Questione al centro del botta e risposta tra la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro e il vicepresidente vicario dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello. Finocchiaro critica la partecipazione di due giudici costituzionali alla cena con il presidente del Consiglio Berlusconi, il sottosegretario Letta, il ministro Alfano e il presidente della Commissione Affari Costituzionali Vizzini, in vista della decisione della Consulta sul lodo Alfano. “Un giudice costituzionale non può comportarsi così”, attacca l’esponente Pd secondo la quale “non sta bene invitare a casa propria qualcuno sul quale si è chiamati a decidere”.
Immediata la replica di Quagliariello: “Forse la capogruppo del Pd non se ne è resa conto, ma tale argomentazione è la conferma lampante di come il rapporto tra giustizia e politica negli ultimi quindici anni si sia risolto in una vera e propria caccia all’uomo nei confronti di Berlusconi, testimoniata dal numero di procedimenti penali ai quali il premier e il suo gruppo imprenditoriale sono stati sottoposti, senza mai una sola condanna, dal ‘94 a oggi”.
Il vicepresidente vicario dei senatori del Pdl aggiunge: "Non vogliamo peccare di ipocrisia: sappiamo bene che questa situazione patologica è una delle ragioni per le quali si è ritenuto che per il bene del Paese fosse necessario il lodo Alfano. Ma il lodo non è un provvedimento su Berlusconi, né la Corte Costituzionale è un tribunale chiamato a pronunciarsi sulla colpevolezza o sull’innocenza del presidente del Consiglio, come invece parrebbe di capire leggendo le parole della senatrice Finocchiaro”. Il lodo Alfano, incalza Quagliariello, “è una norma di diritto e di civiltà, rispetto alla quale la Consulta è chiamata soltanto a stabilire l’osservanza del dettato costituzionale e la rispondenza ai rilievi formulati nel 2004 dalla Corte stessa, rispondenza su cui in autorevoli sedi si sono avute già indicazioni piuttosto chiare. E’ evidente che rispetto a tutto questo un invito a cena è del tutto ininfluente".