Giustizia. Csm: “Lodo Alfano è incostituzionale, blocca l’azione penale”
15 Luglio 2009
di redazione
La Sesta Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura non fa sconti al governo e al Guardasigilli Angelino Alfano. "Viola almeno quattro principi costituzionali" scrive l’assemblea di Palazzo dei Marescialli in un documento, come da prassi, dovrà avere l’approvazione del plenum.
"A cominciare da quello sull’obbligatorietà dell’azione penale, e avrà effetti devastanti sull’efficacia delle indagini" il ddl Alfano sulla riforma del processo penale. E inoltre, "rafforzando la dipendenza della polizia giudiziaria dal potere esecutivo" e al tempo stesso "estromettendo il pm dalle indagini" potrebbe permettere al governo di controllare o quanto meno di condizionare l’azione penale.
Nel parere si sottolinea come l’eliminazione del potere del pm di acquisire anche di propria iniziativa le notizier di reato, "realizza un vulnus al principio dell’obbligatorietà dell’azione penale, per la cui concreta operatività è necessaria, appunto, l’esistenza di una notizia di reato".
Il parere, che in Commissione è stato approvato con procedura d’urgenza, potrebbe essere discusso già domani dal plenum di Palazzo dei Marescialli, dove sarà portato con procedura d’urgenza. E mette sotto accusa le norme-chiave del provvedimento che riguarda il processo penale e non le intercettazioni (oggetto di un altro ddl), a cominciare appunto da quella che ridisegna i rapporti tra pubblico ministero e polizia giudiziaria.
Oltre all’obbligatorietà dell’azione penale, le norme all’esame del Senato -secondo i consiglieri- violano i principi costituzionali del giudice naturale (articolo 25), della ragionevole durata dei processi (articolo 111), e il contenuto dell’articolo 109 della Carta, secondo cui l’autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria. E inoltre la stessa ratio della norma su cui si appuntano i maggiori strali dei consiglieri è "in conflitto" con il ruolo che la Costituzione assegna al pm di "garante della legalità dell’azione penale e dei diritti dell’indagato e dell’imputato". Non a caso tra le conseguenze negative del ddl, i consiglieri indicano anche la "minor tutela degli interessi della difesa", oltre alla "dilatazione" dei tempi dei procedimenti.
La stroncatura senza appello del provvedimento che riforma il processo penale viene dalla Sesta Commissione del Csm.