Giustizia, il Governo va sotto ma la sostanza della misura non cambia

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Giustizia, il Governo va sotto ma la sostanza della misura non cambia

02 Ottobre 2008

Ieri all’opposizione sono bastati solo 4 voti di scarto (239 contro 235) per avere ragione della maggioranza. Colpa delle troppe assenze tra le fila del Pdl e della Lega. Così il Pd è riuscito a far passare un emendamento che modifica il cosiddetto “filtro in Cassazione” previsto dalla riforma del processo civile del ministro della Giustizia Alfano.

Niente di grave, si sono affrettati a precisare dalla maggioranza, dove proprio il sottosegretario alla Giustizia, Elisabetta Alberti Casellati, ha minimizzato spiegando che “il filtro in Cassazione, così come previsto dal nostro testo, è stato votato. L’emendamento dell’opposizione aggiunge solo un ulteriore filtro”. In pratica la riforma prevista dalla maggioranza introduce un “pool” di 3 magistrati che dovrà valutare l’ammissibilità dei ricorsi in Cassazione. Un filtro, appunto, che adesso, con l’emendamento del Pd – che a sua volta prevede l’impossibilità del ricorso alla suprema corte dopo due giudizi conformi su un procedimento civile – viene di fatto reso inutile o perlomeno superfluo.

La sbandata della maggioranza apre una riflessione nel Pdl. Il centrodestra ha oltre cento deputati di vantaggio a Montecitorio ma si trova periodicamente in debito di ossigeno durante le votazioni. Prima della pausa estiva era già capitato tre volte al punto che lo stesso Silvio Berlusconi aveva elogiato pubblicamente l’impegno e la costanza del gruppo del Pdl al Senato. Parole che non furono completamente digerite dalle parti di Montecitorio e che portarono a qualche scaramuccia con il vicepresidente vicario del Pdl alla Camera, Italo Bocchino, che replicò duramente al premier. La crisi in seguito è rientrata ma non ha cambiato la sostanza delle cose visto che, a due settimane dalla ripresa dell’attività parlamentare, la maggioranza è di nuovo in difficoltà.

“Problemi di gestione del gruppo,” suggeriscono delle fila della maggioranza tra un voto e l’altro, anche se, prima della pausa estiva, ci sono state una serie di nomine di vicepresidenti per rafforzare il sistema di controlli e di gestione del gruppo. Nomine che a quanto pare non hanno portato a grossi miglioramenti. “Non è semplicemente un problema di gestione – si vocifera dalla maggioranza – la questione è un’altra: molti all’interno del gruppo sono scontenti per il fatto di essere rimasti fuori dal giro degli incarichi. Deputati anche di lungo corso che precedentemente avevano rivestito incarichi di primo piano e che adesso si trovano ai margini. Un dissenso interno che poi al momento delle votazioni si fa sentire”. Qualcuno ironicamente ha iniziato a chiamare i dissidenti “quelli di Selinunte”, dal nome della cittadina siciliana dove agli inizi di settembre si sono riuniti quei deputati, ma anche qualche sottosegretario, critici nei confronti dell’attuale gestione del partito e del processo di costruzione del Pdl. Dissenso che avrebbe fatto sentire il suo peso anche ieri, come fanno notare con malizia dall’opposizione.

Non a caso, poco dopo il voto sull’emendamento del Pd, il ministro ombra della Giustizia Lanfranco Tenaglia osservava che “il risultato è stato ottenuto grazie alla compattezza della maggioranza, ma anche grazie alla bontà degli spiriti liberi della maggioranza che, forse, non hanno accettato di veder defraudato il Parlamento delle proprie competenze”. Lettura maliziosa ma in parte condivisibile visto che, da giorni, nel Pdl qualcuno ha storto il naso per le scelte del governo in materia di riforma del processo civile. Critiche non tanto legate al merito del provvedimento ma piuttosto al fatto di aver voluto inserire la riforma del processo civile all’interno della manovra finanziaria. Una decisione presa dal ministro Alfano che aveva sollevato dubbi e timori che alla fine si sono rivelati alla fine azzeccati.

Dopo il voto finale di oggi, il provvedimento passerà al Senato dove, quasi certamente, sarà modificato rimettendo le cose a posto. O quasi, visto che per quanto riguarda il gruppo del Pdl alla Camera c’è ancora qualche problemino da risolvere.