Giustizia, Schifani: no all’immunità parlamentare
29 Luglio 2008
di redazione
In Parlamento "è necessario sminare il terreno del confronto sulle riforme: il problema è la giustizia e vanno tolti dal campo gli elementi che possono esasperare il clima. Mi riferisco al ripristino della vecchia immunità per senatori e deputati: penso che l’argomento vada accantonato, altrimenti temo si allontanerebbe la possibilità di trovare una convergenza tra schieramenti, forse si comprometterebbe definitivamente il dialogo, certamente lo si inquinerebbe". Così il presidente del Senato, Renato Schifani, intervistato oggi da Il Corriere della Sera.
Precisando che "comunque il tema non è nell’agenda del presidente del Consiglio", Schifani ricorda che "resta comunque da sciogliere il nodo politica-giustizia, e cioè l’alterazione degli equilibri tra poteri: un problema che ci trasciniamo dalla fine della Prima Repubblica e che a mio avviso può trovare soluzione non con il ritorno all’autorizzazione a procedere ma attraverso un’altra strada: con un percorso consensuale maggioranza-opposizione per una riforma costituzionale del Csm".
In particolare, sulle dichiarazioni del presidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino circa l’incostituzionalità del ‘lodo Alfano’, Schifani commenta: "Devo confessare che la sua sortita mi è parsa impropria. Dietro quelle parole vi era un’esplicita non condivisione del percorso ordinario della legge. Personalmente non la penso così".
Tra maggioranza ed opposizione, prosegue la seconda carica dello Stato, "credo sia necessario che si rassereni il clima, e che il Parlamento diventi il luogo del confronto: il sistema politico non ha scelte, non può fallire, sebbene non mancheranno momenti difficili". D’altra parte "non vorrei che qualche forza politica, assumendo un ruolo pseudo-antagonista, si opponesse a una riforma condivisa sulla giustizia".
"La nascita del Pd e la costruzione del Pdl siano una garanzia per il processo di riforme: occasioni così non ne abbiamo mai vissute. Per questo – conclude Schifani – le parole di Napolitano non devono cadere nel vuoto, e sono certo che Berlusconi e Veltroni raccoglieranno l’appello".
fonte: APCOM