Giustizia, scuola, federalismo, stato, economia: c’é ancora molto da fare
16 Settembre 2010
Consigli? Per l’amor del cielo. Desideri, piuttosto.
Sulla giustizia, fare qualcosa che resti, e che abbia di per sé la forza di un innesco incendiario di costumanze liberali: ad esempio la separazione delle carriere fra accusa e giudizio, e la separazione dei poteri fra parlamento e magistratura (attraverso una legge sulle immunità che preveda l’autorizzazione a procedere, valida per la durata del mandato); l’attuazione del progetto Nordio, o di quello Pisapia, sulla riforma del codice penale; e una legge sul processo breve civile, che sarebbe la migliore riforma economica.
Sullo Stato, riprendere ciò che di buono c’era (tanto) nella riforma costituzionale del 2005 – Senato federale, riduzione dei parlamentari, più potere al premier, migliori poteri di controllodel Parlamento.
Sull’economia mi accontenterei che Tremonti, quando denuncia i chilometri di norme che irrigidiscono mercato e relazioni industriali, non sospirasse tra sé e sé: "ah, se fossi il ministro dell’economia". Sul federalismo: farci capire se federiamo regioni, o comuni, o province.
Sulla scuola, l’Università, la ricerca: farne una priorità per lo sviluppo e l’equità sociale, e cercare i soldi dove ci sono, sostituendo il debito pubblico col credito privato.
Infine, ma non in fine, mi auguro: svuotare Palazzo Grazioli, assumere una squadra di ghostbusters, insediarsi a Palazzo Chigi.