Gli attacchi al Papa sono la prova che la religione è ancora viva e vegeta

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Gli attacchi al Papa sono la prova che la religione è ancora viva e vegeta

22 Settembre 2010

“In tutti questi anni in cui ho partecipato a varie campagne, non ho mai sentito tanta avversione nei confronti di un individuo come quella che ho sentito per questo essere. Le sue opinioni sono talmente disgustose, tanto repellenti e così fortemente dannose per il resto delle persone che l’unica cosa che si potrebbe fare è liberarsi di lui”. E’ in questo modo che Claire Rayner, una giornalista inglese, scrittrice, ex opinionista e organizzatrice professionista di campagne mediatiche per scopi meritevoli ha accolto la notizia dell’arrivo in Gran Bretagna di papa Benedetto XVI.

Altri autori sono stati più accoglienti. Siccome quella della settimana scorsa è stata la prima visita di Stato di un Papa in Inghilterra, Benedetto XVI ha mantenuto un’amichevole conversazione con la regina, ha stretto la mano al primo ministro e ha pregato insieme all’arcivescovo di Canterbury. Papa Ratzinger ha detto messa a Hyde Park e ha beatificato il cardinale Newman, un religioso del XIX° secolo che si convertì dall’anglicanesimo. E’ stata la prima beatificazione realizzata in Inghilterra da sempre.

Nonostante tutto ciò, la reazione di Rayner alla visita del Papa è stata, almeno in alcuni ambienti, per di più tipica. Un importante esperto della sinistra ha messo insieme la visita papale e il pastore della Florida che voleva bruciare il Corano; un altro ha accusato Benedetto XVI di manipolare la figura di Newman “per servire la sua leadership autocratica e omofoba”. Altri invece hanno invocato le proteste, contro i preti pedofili, contro la discriminazione sessuale o contro la religione in se stessa. La frase “vecchio teocrate” è circolata un bel po’.

Gli attacchi alla vigilia della visita sono stati talmente cattivi che, di fatto, si è parlato anche di una possibile cancellazione. Un funzionario del Vaticano si è lamentato pubblicamente del “nuovo ateismo aggressivo” che cresce in Inghilterra, un Paese in cui tutte le religioni vengono protette tranne il Cristianesimo. Qualsiasi sia la tua opinione sul Papa, è facile capire a cosa si riferisca: infatti è molto difficile immaginare questi sapientoni liberal inglesi usare parole come “disgustoso” e “repellente” nei confronti di un importante leader religioso straniero ebreo o musulmano, in particolare se la sua visita ha lo scopo di onorare una figura inglese e di bere una tazza di tè con la regina Elisabetta II. Dopotutto, il Papa non è andato in Inghilterra per istigare la violenza o il terrorismo.

D’altro canto, è ancora più difficile pensare ad altri leader religiosi stranieri che ricevono talmente tanto spazio mediatico o le cui idee vengono così abilmente dissezionate. Dato che il Papa è stato attaccato con così tanta furia, ai suoi difensori sono stati dati amplissimi spazi nei quotidiani – se non altro perché il giornalismo inglese sa bene che una controversia a doppio senso è molto più interessante – e altrettanto numerosi spazi nei talk show. Alcuni ambientalisti hanno scoperto l’opinione molto poco conosciuta di Benedetto XVI sulla questione del global warming (in realtà ne è preoccupato). Certi atei hanno criticato l’“intolleranza” di altri atei. I racconti sulla vita e gli insegnamenti del Cardinale Newman sono comparsi dappertutto.

Anche il confronto politico ha preso parte a tutto questo. Siccome i peggiori attacchi contro il Papa sono venuti dalla sinistra, il Partito Conservatore si è interessato alla questione per difendere Benedetto XVI. Un ministro del Gabinetto inglese ha chiamato un giornalista cattolico che conosco personalmente e gli ha chiesto di spiegargli punto per punto l’“Humane Vitae”, la precedente enciclica papale sul controllo della natalità. David Cameron, il primo ministro conservatore, ha ringraziato pubblicamente il Papa per aver fatto “sedere e pensare” l’Inghilterra intera e ha affermato che la sua visita ha rappresentato “quattro giorni di incredibile commozione per il nostro Paese”.

Tutto sommato, è stato un grande successo. Ho il sospetto però che se il Papa fosse stato trattato con rispetto fin dall’inizio, sarebbe arrivato e partito senza lasciare traccia. La gran parte dei britannici non sono cattolici e avrebbero ignorato i rispettosi resoconti dei suoi sermoni. La stampa avrebbe relegato tutta la questione alla sezione “religione”. Plausibilmente i fedeli avrebbero comunque seguito la messa, ma forse non sarebbero stati così tanti: alla fine, probabilmente circa 500mila persone hanno visto papa Ratzinger durante la sua visita, un numero molto elevato per essere un Paese principalmente composto da pagani e protestanti.

Ed è questo il modo in cui la visita di Benedetto XVI in Inghilterra si è trasformata in una pubblicità per la libertà religiosa, la libertà di aborrire la religione e la libertà di praticarla. Con grande sorpresa di tutti, anche dello stesso Vaticano, la discussione soffocata sul Cattolicesimo è risultata essere positiva per il Cattolicesimo stesso e persino un argomento interessante per gli atei. I veri “vecchi teocrati” – quelli che vivono in Arabia Saudita e in Iran – dovrebbero prendere nota.

Tratto dal Washington Post©

Traduzione di Fabrizia B. Maggi