Gli errori della Tepco costeranno cari al Giappone nucleare

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Gli errori della Tepco costeranno cari al Giappone nucleare

28 Marzo 2011

Radiazioni dieci milioni di volte superiori al livello di guardia. No, centomila volte. Sembrano numeri al lotto quelli diffusi ieri sul rischio radioattivo nella centrale nucleare di Fukushima. A seminare il caos ci ha pensato la Tepco, l’azienda che gestisce i reattori, diffondendo una serie di dati fuorvianti che hanno rigettato nell’incubo nucleare il Giappone. La dichiarazione è stata smentita solo quando ormai il danno era stato fatto; i tecnici della Tepco hanno corretto la stima, con numeri che devono comunque preoccupare (centomila volte oltre il livello di guardia), e che hanno spinto le autorità e l’azienda ad evacuare alcuni tecnici che lavorano alla messa in sicurezza dei reattori. Un errore "inaccettabile", secondo il governo.

Certo è che la gestione della crisi da parte dell’azienda giapponese inizia a fare acqua da tutte le parti: subito dopo l’incidente, uno dei ministri giapponesi ha denunciato le omissioni e la mancanza di trasparenza dell’azienda. Poi la notizia che alcuni dei tecnici inviati a riparare i reattori sono rimasti esposti alle radiazioni per mancanza di misure cautelari necessarie ad evitarlo. Oppure il comportamento non proprio esemplare del manger della compagnia che si è preso una vacanza, "per motivi di salute", sparendo dalla circolazione. Infine i rilevamenti, sbagliati, sul tasso di radioattività.

Il riflesso di questi errori ieri ha prodotto nuove manifestazioni contro il nucleare, con madri e bambini in prima fila a chiedere chiarezza. Il governo fa sapere che in futuro il Paese ripenserà l’utilizzo dell’atomo, nonostante il nucleare soddisfi il 30 per cento del fabbisogno energetico. L’AIEA dichiara che per far rientrare del tutto la crisi di Fukushima serviranno altre settimane, se non mesi. Risultato: Tokio, in questi giorni, viene dipinta come una città semideserta da chi l’ha visitata, con la gente che ha fatto incetta di generi alimentari e si è chiusa in casa. Dai banchi dei negozi sono spariti il latte e le verdure e si guarda con sospetto ad altri cibi con la paura che possano essere contaminati; a soffrirne, secondo gli analisti, sono anche le esportazioni del Giappone.

Eppure ieri i livelli di radiazione riscontrati nel centro di Tokyo erano di 0,115 microsievert/ora, più bassi dei giorni precedenti. Il "limite di guardia", cioè il livello di radioattività a cui sarebbe normalmente esposta una persona, è di 0,035 microsievert. Una radiografia dal dottore, in media, espone i pazienti a una dose di radiazioni pari a 100 microsievert/ora. Le autorità  confermano che l’aria nella capitale giapponese non è pericolosa, come pure l’acqua potabile per i neonati, che nei giorni scorsi era stata sconsigliata. Finora le radiazioni non hanno provocato morti. Gli errori della Tepco cancellano queste notizie. Come pure gli ultimi, tragici dati sullo tsunami e il terremoto: 10.804 morti accertati. 16.244 dispersi. 25o.000 sfollati e senza tetto.  Intanto la terra riprende a tremare.