Gli ex An pronti al correntone pro Cav. ma la sindrome contagia anche Fi

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Gli ex An pronti al correntone pro Cav. ma la sindrome contagia anche Fi

11 Giugno 2010

C’è chi lo chiama vertice, chi forse con un pizzico di nostalgia una rimpatriata tra coloro che militavano nel partito di via della Scrofa. C’è chi, invece,  più istituzionalmente lo considera il secondo atto della convention di Arezzo e un passo in avanti verso l’approdo definitivo nella grande area berlusconiana degli ex An ormai distanti anni luce da Gianfranco Fini. Ma c’è anche chi nel Pdl vede nel rendez-vous aennino voluto dagli ex colonnelli il rischio di un processo di correntizzazione del partito che un anno fa è nato ripudiando le correnti.  Non solo dalle parti di An, ma ora anche dentro la vecchia Forza Italia.

Dnque dopo Arezzo, oggi si replica: a Roma, Palazzo dei Congressi. Dove Gasparri, La Russa, Matteoli  e Alemanno chiamano a raccolta il popolo aennino per discutere di Pdl, di come rilanciarlo e delle prossime mosse politiche, con al centro le due questioni del momento:  il ddl intercettazioni che dalla prossima settimana torna alla Camera, con probabili tentativi di incursione da parte dei finiani che molti nella maggioranza Pdl non si sentono di escludere a priori, nonostante il testo approvato al Senato sia blindato (come da voto dell’Ufficio di presidenza del partito)  e il delicato dossier sulla manovra economica.

Ma cos’è l’incontro di oggi? E’ un’iniziativa contingente oppure l’inizio della correntizzazione del Pdl? A ben guardare, i fatti degli ultimi mesi rimandano alla prima opzione. In altre parole, la questione sta tutta nell’alveo di An e nello scontro in atto da mesi tra i finiani, poi confluiti in una componente organizzata che fa capo al presidente della Camera e si sta strutturando sul territorio, e gli ex colonnelli di via della Scrofa più orientati sulle posizioni del Cav.

L’iniziativa di oggi va nella direzione della convention di Arezzo (gennaio scorso), quando il messaggio suonava così: rassicurare il popolo aennino su valori, tradizioni, storia, ideali che nel Pdl hanno uno spazio riconosciuto e diventare al tempo stesso punto di riferimento per quanti non condividono la linea politica di Fini.

Allora, ad organizzare l’evento furono Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa, leader della corrente storica di An ‘Destra Protagonista’, oggi invece ne sono artefici tutti i big della nomenclatura aennina, compresi Altero Matteoli e Gianni Alemanno. Non è casuale, notano in molti nel Pdl, anzi la cosa acquista un valore politico perché segnala la definitiva saldatura del blocco dirigente ex aennino in una prospettiva comune: l’approdo nella grande area berlusconiana. Insomma, una sorta di secondo richiamo per la "vaccinazione", al quale forse ne seguirà un terzo come la prassi medica prevede, ma poi il passo definitivo dovrà compiersi.

Da questo punto di vista, il taglio dell’iniziativa ha assunto anche connotazioni più ‘istituzionali’, come dimostrano gli interventi in scaletta del coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini, del presidente dei deputati Fabrizio Cicchitto, del presidente vicario dei senatori Gaetano Quagliariello e del ministro Giorgia Meloni. Soprattutto dopo il via libera del Cav. in un primo tempo non troppo entusiasta dell’iniziativa specialmente per la tempistica.

Il momento infatti è delicato, con il testo sulle intercettazioni in viaggio verso la Camera e la manovra già incardinata in commissione Bilancio al Senato, rintuzzare la polemica interna con Fini non è certo la condizione migliore per affrontare senza ulteriori fibrillazioni le prossime settimane. Alla fine, però il Cav. ha detto sì, anche perché in fondo non ha mai negato a nessuno il viatico per una iniziativa che animi il dibattito, purché nel solco del Pdl.

Come nel caso di un’altra iniziativa che si sta muovendo, questa volta nel campo di Forza Italia e della quale è protagonista il ministro degli Esteri Franco Frattini. In un’intervista a Panorama dettaglia il progetto: nel momento in cui il partito si allarga e la stessa An apre fondazioni, pensatoi, associazioni, anche i forzisti devono dotarsi di think thank politici "per riproporre i nostri valori originali che non si possono e non si devono perdere. Sono quelli del riformismo liberale di Berlusconi nel ’94. A quel dna noi ci sentiamo legati".

Se la provenienza è certificata, lo spirito aggregativo ruota anche attorno a un’idea di partito più attivo e radicato nel territorio che collide con l’immagine attuale di un Pdl considerato "troppo fermo", specie dopo le regionali. Al tempo stesso, si guarda all’attivismo di An non senza preoccupazione anche sul piano della visibilità, mediatica e politica. Tanto che nelle fila dei frattiniani si fa notare come quella di una componente forzista è in un certo senso un "percorso obbligato", dal momento che c’è già la corrente finiana e gli ex colonnelli aennini si stanno attrezzando guardando con interesse proprio alla scena occupata dai berlusconiani. 

Ma rispetto alle iniziative movimentiste tradizionali che hanno animato la storia di Forza Italia, quelle dei Club di Mario Valducci o i Circoli della Brambilla tanto per citarne alcune, c’è chi individua un salto di qualità nell’associazione voluta da Frattini che il 18 e 19 giugno vedrà a Brescia il suo momento fondativo. Non è una corrente, spiega il ministro "vogliamo solo creare una rete ideale di pensiero su cui già oggi tanti parlamentari si ritrovano. Se Fini e i suoi amici hanno fondato Farefuturo che dialoga coi partiti cugini del Ppe, io che sono il coordinatore dei ministri degli Esteri del Ppe devo poterlo fare e a maggior ragione lo farò".

Resta da capire se la mission resterà entro i confini di un’associazione che offre ed elabora idee, al pari di una delle tante fondazioni nate prima del Pdl e poi nel Pdl, oppure se è destinata ad essere altro. Anche perché nella stessa intervista a Panorama, Frattini fa capire chiaramente un certo interesse per un suo ruolo attivo nel partito.

In altre parole, con l’inglobazione dei Club di Valducci (tra i primi ad aderire alla neonata associazione) si trasformerà in corrente? Secondo alcuni, il rischio c’è. E c’è pure un paradosso: che il richiamo alla "vaccinazione" degli ex an per agevolare l’approdo nella grande area berlusconiana si trasformi in una tentazione correntizia che da An ora contagia anche gli azzurri. Se questo fosse il disegno, si creerebbe poi un precedente perché ciascuno si sentirebbe autorizzato a farsi la propria componente interna. Cosa che il Cav. di certo non gradirebbe.

Oltretutto, in questa prospettiva, a "vincere" sul terreno della competizione sarebbero gli ex aenne che la cultura correntizia ce l’hanno nella loro storia politica e nel radicamento territoriale.

A un anno dalla nascita, il Pdl è a una svolta: da un lato il superamento della logica delle correnti e il consolidamento di una grande area berlusconiana; dall’altro la correntizzazione del partito peraltro già inaugurata dai finiani.

Forse, è il ragionamento di molti pidiellini doc, sarebbe meglio concentrarsi su un’inziativa nella quale tutta Forza Italia batta un colpo e lo faccia in modo compatto, confermando così di essere la vera anima del Pdl.