Gli inglesi non devono dimenticare perché combattono in Afghanistan
24 Luglio 2009
Il conflitto Afgano è una guerra necessaria. Questa realtà strategica centrale non può essere modificata dalla perdita di 15 soldati inglesi nelle ultime due settimane, dall’indubitabile fallimento del governo laburista di finanziare correttamente le forze armate, né dalla riluttanza di tanti nostri alleati della Nato di impegnarsi seriamente nella lotta. Mentre il tempo passa, troppa gente ha dimenticato il motivo per cui le forze della Coalizione continuano a restare in Afganistan: l’11 Settembre. L’origine e lo scopo di questa missione non erano lo sviluppo umanitario o internazionale, bensì un semplice imperativo geopolitico: negare a Al-Qaeda un paradiso sicuro in questa terra così arretrata.
È giusto ed anche essenziale che i soldati inglesi restino in Afganistan. Questo non vuol dire che la missione sia stata eseguita in modo corretto – siamo ancora lontani da un risultato del genere. Ci sono alcuni passi che il governo dovrebbe fare, anzi avrebbe dovuto già fare, per proteggere le forze armate inglesi impegnate in questo teatro e per aumentare la loro probabilità di un successo. Prima di tutto, stanziare dei fondi superiori ai 635 milioni di sterline già assegnati per le esigenze operative più urgenti in modo che l’esercito possa comprare più elicotteri e veicoli blindati. Va evidenziato che, nonostante tutto il baccano fatto dai Tories sul taglio di 1,4 miliardi di sterline dal budget per gli elicotteri previsto nel 2004, il governo non si è impegnato per un aumento emergenziale della spesa prevista per la Difesa, che avrebbe potuto essere finanziata da risparmi specifici fatti altrove.
Gli elicotteri “Lince” delle forze armate non possono volare quando fa troppo caldo, e questo li rende praticamente inutili in Afganistan. Di conseguenza, le forze inglesi hanno un numero troppo esiguo a loro disposizione; in proporzione al loro numero di soldati, gli americani nell’Helmand hanno un numero di elicotteri 8 volte superiore al nostro. Questa particolare scarsezza di velivoli comporta che sprechiamo uno dei più significativi vantaggi che gli eserciti moderni hanno nelle operazioni di “contro-guerriglia”: il dominio dei cieli. Poi, dovrebbero essere acquistati un numero maggiore di veicoli in grado di muoversi su ogni terreno, con delle protezioni dalle imboscate e resistenti alle mine. Questo genere di mezzi offrono entrambi velocità e protezione e aiuterebbero a ridurre in modo significativo il tasso di morti provocati dalle bombe piazzate ai margini delle strade.
Guardando alle nostre necessità strategiche di lungo periodo, il nostro esercito dovrebbe crescere nelle sue dimensioni. La lotta contro gli “insorgenti” necessita di un gran numero di stivali sul terreno, ma come ha ammesso il Generale Sir Richard Dannatt è precisamente quello che ci manca nel luglio del 2009. Un esercito accresciuto avrebbe potuto fornire quei 2.000 soldati di più che i generali chiedono in Afghanistan. Di nuovo, per questo ci vorrà un aumento nel budget della Difesa, qualcosa in cui né il governo né l’opposizione sono attualmente impegnate.
I progetti di aiuto e per la ricostruzione dovrebbero essere ridisegnati per rinforzare lo sforzo bellico, invece del contrario. Nel medio e lungo termine, significa dare alle nostre forze armate la capacità di impegnarsi con la ricostruzione. A breve termine, vuol dire portare gli operativi del Department for International Developments nella catena di comando militare.
Se l’Occidente è serio per quanto riguarda la propria sicurezza, la guerra in Afganistan sarà un impegno lungo una generazione. L’idea che la guerra contro il Terrore, o in qualsiasi modo si voglia chiamarla, sarebbe tranquillamente finita quando Bush e Blair avessero lasciato i loro uffici era basata sulla illusoria premessa che questo conflitto fosse stato deciso da loro, una folie à deux montata da due avventuristi cristiani. E invece, come possono dimostrare i cittadini di Mumbai, per esempio, conflitto globale non si spiega così facilmente.
L’Afganistan offre un test particolare per la Gran Bretagna: un test che mostra se vorremo sempre essere una nazione al fronte. Ugualmente, per il pubblico e per i politici è ‘allettante’ pensare che 1029 dei 1200 morti della Coalizione sono statunitensi, inglesi e canadesi, e di far avanzare gradualmente il nostro Paese verso un ruolo molto ridotto; un ruolo che sarebbe molto meno costoso in termini di sangue e denaro. Ma che sarebbe un tradimento della storia, degli ideali, e della nostra attuale sicurezza nazionale.
Questo governo ha seguito una disastrosa “terza via” per quanto riguarda la Difesa, combattendo una guerra con un budget buono per un’epoca di pace. Al danno si è aggiunta la beffa, quando Gordon Brown ha imposto al suo Segretario della Difesa, Des Browne, di lavorare part time mentre il Paese stava combattendo due guerre. Il Partito laburista lascerà le stanze del potere con la coda tra le gambe. Ma fino a quando i conservatori rifiuteranno di aumentare il budget di difesa – finanziato da altri tagli fatti dal Parlamento – non possiamo essere sicuri che loro sarebbero molto meglio di chi ci ha governato.
Tratto da The Spectator
Traduzione di Ashleigh Rose