Gli israeliani sono dei nazisti. Lo dice l’ONU

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Gli israeliani sono dei nazisti. Lo dice l’ONU

21 Aprile 2008

Ci risiamo. Il Professor Richard Falk ha detto che le azioni compiute da Israele a Gaza sono equiparabili a quelle del nazismo, perché colpiscono indistintamente la popolazione civile della Striscia. 

Falk non è uno speaker di Al Manar ma un “esperto” delle Nazioni Unite, come lo hanno definito i giornalisti della BBC. Professore emerito di legge a Princeton, è stato incaricato dallo Human Rights Council di investigare sulla politica israeliana degli ultimi anni. Il professore vuole destare l’America dal suo torpore e ci riesce benissimo visto che, oltre al nazismo, considera Israele alla stregua della Cina (Tibet) e del Sudan (Darfur). “Credo che non dobbiamo avere alcun genere di riluttanza a fare paragoni come questo”. L’Olocausto palestinese sarebbe dietro l’angolo ma dove sono le leggi razziali, il marchio e le camere a gas?  

Il ministero degli esteri israeliano ha minacciato di vietare le ispezioni delle Nazioni Unite nei Territori se non verrà prima spiegato che alle violazioni dei diritti umani in Palestina corrispondono quelle contro gli israeliani (l’ultima solo qualche giorno fa). Tel Aviv deve difendersi dai kamikaze e dai lanci di Quassam, a differenza di Pechino e Khartoum. Vogliamo paragonare i miliziani di Hamas ai monaci del Dalai Lama? Che problema c’è, per Falk “le bombe umane sono un metodo valido” per opporsi alle “tendenze genocide” di Israele. Dichiarazioni avventate come questa, condotte sul filo del diritto internazionale, favoriscono l’impunità palestinese, l’indottrinamento dei media, delle università e dell’opinione pubblica occidentale.

La ‘palestinolatria’ occulta le manifestazioni visibili del jihadismo attraverso quello che potremmo definire un vero e proprio condizionamento mentale, in cui Israele viene demonizzato e ‘sostituito’ con la Palestina, che diventa il simbolo del dialogo negato tra le Nazioni Unite e quelle islamiche. Sappiamo che, per quanto sia manipolabile, l’opinione pubblica occidentale resta ostile all’antisemitismo, ma il compito di personaggi come Falk è proprio quello di spingerci a dubitare, indirizzando sui palestinesi i sentimenti di amicizia e di legittimità che un tempo Israele ispirava all’Europa e all’America.

In passato questo genere di propaganda è stato comune ai gruppi neonazisti (quelli veri) e comunisti, antisemiti dichiarati. La strategia terroristica messa in piedi da Arafat negli anni Settanta ebbe proprio il compito di terrorizzare i governi occidentali e costringerli a incolpare Israele degli attacchi scatenati dall’OLP. In una lettera inviata al ministero degli esteri inglese dal console britannico a Gerusalemme, nel 1972, si poteva leggere che Londra avrebbe dovuto mostrarsi comprensiva con gli autori della strage ai Giochi Olimpici di Monaco. Dopo la Guerra del Kippur fu la volta dei boicottaggi europei all’economia e alla cultura israeliana che continuano ancora oggi. Il governo francese si oppose agli accordi di Camp David temendo che il riconoscimento egiziano di Israele potesse mettere in pericolo la lotta di liberazione palestinese.

Nel 1981, la Conferenza Islamica riunita alla Mecca condannò l’Egitto per aver scelto la pace e sancì che la questione palestinese era il fondamento della guerra contro il sionismo, invocando la legittimità del diritto internazionale. Un avvocato come Falk sarebbe perfetto per vincere questo genere di processi in cui, capita sempre, s’invocano le consuetudini e la norma senza spiegare che il jihad è contrario al diritto laico internazionale. Le ispezioni dell’ONU sono perfette per tutti quelli che negli ultimi anni hanno manifestato contro Bush, l’America e Israele. In nome di Arafat e di Saddam Hussein, le ‘vittime’ del ‘nazismo giudeo’. Non sarebbe meglio chiuderlo qualche ufficio del Palazzo di Vetro?