Gli scandali di Fillon e quelli di Macron: ucci ucci, sento odore di fake news…
21 Giugno 2017
Scandali e scandaletti hanno costretto il presidente Macron a un repentino rimpasto di governo in Francia. Nel giro di pochi giorni, il governo Philippe ha perso quattro ministri, compreso quel Bayrou, leader centrista di MoDem, alleato prezioso di Macron nella campagna elettorale per le presidenziali. Philippe nella serata di ieri continuava a ripetere che MoDem resta un “pilastro” della maggioranza, ma a fare un passo indietro sono stati altri due ministri del partito di Bayrou, sostituiti il primo con l’ex segretario di stato del governo socialista di Jospin e il secondo con un tecnico, la direttrice dell’ENA, la scuola nazionale per l’amministrazione. Il quarto ministro “out” è quel Richard Ferrand, socialista, coinvolto anche lui in una inchiesta per conflitto di interesse. Insomma, altro che rimpasto tecnico, un rimpastone tutto politico che ricalibra il governo francese, il tutto benedetto da Macron.
Come ha reagito la grande stampa, giornali, giornaloni e agenzie a questo sconquasso che porta nel volgere di poche ore a un secondo governo Philippe? Beh, Macron, cade in piedi: con grande circospezione e mostrando il massimo garantismo possibile rispetto al tema del contendere – gli scandali che hanno travolto ministri di un governo e soprattutto di un presidente che in campagna elettorale ha fatto della lotta alla corruzione la sua parola d’ordine – la grande stampa si limita a una serie di commenti dal taglio squisitamente analitico, rivolgendo al massimo qualche critica a Macron che adesso, scrive Le Monde, avrà delle difficoltà a ricomporre il quadro politico nazionale come aveva promesso. Critica certo non urlata, quella di Le Monde. Di Macron si loda anche la rapidità con cui il presidente ha effettuato il rimpasto, la coerenza di aver chiesto un passo indietro ai già semi-spariti socialisti (il caso Ferrand), insomma quelle mani pulite su cui si è insistito molto in campagna elettorale. Vedremo quanto sono pulite quelle del presidente su cui intanto si indaga per un viaggio a Las Vegas e presunti appalti pilotati.
La crisi di governo francese viene dipinta poeticamente un “venticello caldo” che certo non può mettere a rischio le magnifiche sorti e macroniane della Francia. Ma la verità è che il giovane presidente parte male, lo si capisce leggendo sempre Le Monde, anche se il tono generale, tutto sommato, è accondiscendente verso l’Eliseo. Detto ciò, vogliamo ricordarci in che modo venne trattato il candidato conservatore alla presidenza, Francoise Fillon, in campagna elettorale, dagli stessi giornali e dai media francesi che ora si esercitano sul nuovo esecutivo che rispetta la parità di genere?
A cominciare da quel foglio satirico, Le Canard Enchaine, che all’epoca, imbeccato chissà da chi (qualcuno ha indicato gli avversari politici di Fillon nel suo partito), fece lo scoop sul “Penelopegate”, la vicenda giudiziaria che ha coinvolto la moglie e la famiglia di Fillon, e che oggi al massimo si vanta di aver subdorato qualcosa sulle dimissioni di Bayrou. Dove sono finiti i reporter attaccati al polpaccio di Fillon? Al candidato conservatore le gambe furono spezzate proprio quando gli servivano di più, nello sprint in campagna elettorale. Fillon aveva iniziato in svantaggio la sfida alle primarie nel suo partito e le aveva vinte, era riuscito a mobilitare la Francia profonda e più tradizionalista, i sondaggi lo davano tra i favoriti nella sfida per l’Eliseo, ma la sua carriera politica è stata segnata per sempre dallo scandalo in cui è implicato e dalla tempesta mediatica che si scatenò in campagna elettorale.
Tempesta che tra le altre cose servì proprio a tirare la volata a quella campagna di comunicazione politica messa in piedi da Macron contro la corruzione e per la riforma dello Stato, oggi possiamo dire in modo quantomeno spregiudicato. Fillon, che ha resistito fino all’ultimo alla pressione mediatica, e non si è piegato neppure davanti allo scattare delle indagini, ottenendo comunque un buon risultato alle elezioni, ora se la sta vedendo con i giudici. Macron, invece, che nel giro di poche ore ha dovuto tappare una falla grossa così sugli scandali e scandaletti che coinvolgono membri del governo, con modalità che in certi casi ricordano proprio il Penelopegate, viene dipinto al contrario come un abile e integerrimo navigatore, capace di fronteggiare i malintenzionati al grido di stop corruzione! Ucci ucci, sento odore di fake news…