Gli studenti occupano le università ma qualcuno ha capito perché?

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Gli studenti occupano le università ma qualcuno ha capito perché?

23 Ottobre 2008

Se uno straniero fosse arrivato ieri in Italia senza sapere nulla e avesse visto i telegiornali, con cronache di scontri e occupazioni degli Atenei in tutto il Paese, cosa avrebbe pensato?  Probabilmente che in Italia il ministro Maria Stella Gelmini sta rivoltando l’Università come un pedalino, che sta cambiando tutto con leggi draconiane che ne riscrivono le regole dalla base. Il malcapitato però sbaglierebbe di grosso, perché ad oggi la Gelmini non ha emesso nessun provvedimento che riguardi l’Università. Peraltro, nella politica di risparmi che riguarda tutti i comparti della spesa pubblica, il settore della ricerca e dell’Università, è uno di quelli che risente di meno del periodo di “vacche magre”.

E allora contro cosa stanno protestando gli studenti? Contro chi l’abbiamo capito, visto che la fantasia nei cartelli e negli slogan è in libero sfogo permanente, ma contro cosa purtroppo non è dato sapere. Anche perché se la protesta degli universitari fosse per i tagli all’università è a dir poco bizzarro che si manifesti con tanta violenza a tre mesi dall’approvazione della legge che li ha istituiti, datatata 6 agosto 2008.

Viene il sospetto che la maggior parte dei ragazzi che urlano e occupano, che partecipano a improbabili lezioni davanti a Montecitorio non sappiamo neanche di che stiamo parlando. Eppure ne avrebbero da lamentarsi, eccome. Potrebbero protestare con ottime ragioni e dati di fatto, per la scarsissima efficienza del sistema universitario, per la latitanza didattica di moltissimi docenti, per lo sperpero di risorse che molti Atenei continuano a perpetrare istituendo corsi inutili e seguiti da uno o due studenti, alla faccia di una situazione economica da fallimento. Dovrebbero insomma ribellarsi a quegli stessi Rettori che spesso, con una rara faccia di bronzo, si improvvisano capi popolo, per evitare furbescamente di esser messi, come dovrebbero, sul banco degli imputati. E invece contro chi si rivolgono? Contro il Ministro, come ormai d’abitudine da un trentennio a questa parte. Anche, e soprattutto, alimentati da un’opposizione che non manca di tenere alto il livello di ambiguità della protesta, mischiando tra loro cose che nella maggior parte dei casi non c’entrano nulla tra loro. Non è a caso che proprio ieri, nel pieno delle occupazioni degli studenti iniversitari, Veltroni abbia chiesto al governo di fare un passo indietro sul decreto Gelmini, un decreto che, neanche spulciato fino all’ultima riga affronta il tema della riforma universitaria. 

In autunno, più puntuali della vendemmia e delle castagne, arrivano le occupazioni. Il motivo non è importante, anzi come si è visto non conta nulla, può anche non esserci.  A pensarci meglio però la Gelmini una grave colpa ce l’ha: ha timidamente annunciato l’idea di voler trasformare le università in Fondazioni, come già succede in moltissimi Paesi occidentali, rendendo così le istituzioni autonome e responsabili anche a livello contabile. Ah ecco qual è il problema: ragazzi svegliatevi. State facendo il gioco di quegli irresponsabili dei vostri docenti che vogliono continuare a fare ciò che vogliono senza rispondere a nessuno. Chiedete ai vostri colleghi inglesi, americani o tedeschi come funzionano le cose da loro…