Gli U2 tornano a Berlino per celebrare la caduta del Muro
06 Novembre 2009
Hanno celebrato la storia ai piedi della porta di Brandeburgo, ma con la loro esibizione, che ha infiammato il cielo di Berlino e la folla oceanica presente, ieri sera la storia l’hanno di sicuro fatta loro. Gli U2 sono tornati a Berlino per officiare i 20 anni dalla caduta del Muro e la fine della guerra fredda cantando "Sunday Bloody Sunday", "Vertigo" e "Beautiful Day" in un fantasmagorico mini-concerto gratuito di 6 brani.
L’esibizione davanti ai fortunati 10 mila spettatori vincitori di un concorso via internet – assiepati sotto il monumento simbolo della capitale tedesca – è stata inglobata nella serata degli oscar musicali europei, gli European Music Award, organizzata dall’emittente musicale Mtv, arrivata quest’anno alla 15esima edizione. È la seconda volta a Berlino, dopo l’edizione inaugurale del 1994.
Un gioco di luci e colori per mezz’ora ha trasformato la Porta di Brandeburgo in un palcoscenico da favola. È con "One" che il gruppo di Dublino ha aperto trionfalmente la serata. Una preghiera di pace, una canzone con poteri ascensionali che fa rivolgere gli occhi in alto, fa cercare alle spalle gli angeli di Wenders.
Un cielo trapuntato da un reticolo di luci, la scritta One Love ai piedi della quadriga e Bono fa il suo ingresso sul palco: giacca nera, occhiali e chitarra in braccio, ringrazia il pubblico urlando: "Berlin, Du bist wunderbar!" (Berlino, sei meravigliosa), e mentre vengono proiettate stelle, falci e martello, immagini dei graffiti del vecchio muro, augura buon compleanno a Berlino. L’invito all’unità e all’abbattimento dell’incomunicabilità (la stessa che nel 1990 fu magistralmente rappresentata dai Pink Floyd di "The Wall") è tutto contenuto nella frase di quel ritornello "Uniti ma non uguali".
Una dedica all’orgoglio e alla maestosità di Berlino gli U2 la fanno intonando "Magnificent", e svettano con "Sunday bloody Sunday" che nella seconda parte ospita il rapper Jay Z – introdotto come "il sindaco di New York"-. Insieme citano "Get up stand up" di Bob Marley.
A seguire è la volta della suntuosa "Beautiful day" in medley con "Blackbird" dei Beatles, è su "Vertigo" che Bono si scatena e saluta su "Moment of surrender". Gli U2 (che tra l’altro hanno vinto proprio in occasione degli Ema il Best live act) non hanno proposto un nuovo brano dal possibile prossimo album “Songs of ascent”, tantomeno hanno suonato "Stay" come previsto in scaletta, deludendo i curiosi.
In risposta, poi, alle critiche circolate sugli organi di stampa circa delle barriere che ostacolavano la partecipazione al concerto gli organizzatori di Mtv Networks International spiegano che "si trattava di misure di sicurezza che chiudevano la zona solo parzialmente e non impedivano né l’ascolto né la visione dell’eccezionale set live degli U2, Mtv presents U2 at the Brandeburg Gate".
Fin dagli esordi il gruppo di Dublino si è sempre occupato della questione irlandese e del rispetto per i diritti civili – improntando proprio su questi temi buona parte della sua attività artistica – e ha confermato con la sua performance, anche in questa storica occasione, la sua attitudine e il suo impegno sui temi che toccano più da vicino l’umanità.
Gli U2, c’è da dirlo, hanno con Berlino un legame molto personale, visto che proprio in questa città nacque "Acthung baby" album di svolta nel loro percorso, registrato nell’ottobre del 1990 coi produttori Daniel Lanois e Brian Eno agli studi Hansa Ton, dove già Bowie aveva creato la "Berlin trilogy", e Iggy Pop il suo "The idiot". Dopo l’infatuazione americana di "Ruttle&hum" gli U2 erano riapprodati nella dimensione europea e cercavano il rinnovamento nella Germania riunificata, dove, come disse Bono "dovevano tornare a sognare tutto quanto da capo". Nessuno avrebbe immaginato col senno di poi che proprio "Acthung baby" mosse i suoi passi in un’atmosfera lugubre, dimessa, strappata da frizioni interne, i membri del gruppo divisi sulla direzione da prendere quasi fino alla rottura finché non sopraggiunsero i 2 accordi di The Edge, il testo di Bono, l’ispirazione collettiva di "One" a mettere pace. La stessa che a 20 anni di distanza è stata inneggiata ieri sera ai piedi del Brandeburg Gate.