Gli Usa danno il PdL in netto vantaggio sul Pd anche al Senato
11 Aprile 2008
di Guido Forte
Ancora tre giorni. Tanto manca per chiudere la partita delle
elezioni 2008 e per capire se davvero il Pdl riuscirà ad avere una solida
maggioranza sia alla Camera sia al Senato.
Fino ad ora però è tutto un turbine
di cifre, analisi e conteggi fatti con
sondaggi alla mano. Tanto nel lotf del Pd di Sant’Anastasia, dove il minimo
sussulto su Palazzo Madama viene seguito con estrema attenzione, e tanto nel
quartier generale del Pdl.
Come si sa la legge impedisce la diffusione pubblica
dei sondaggi ma la circolazione non si è mai fermata. Tra questi ce ne è uno
che nelle ultime ore avrebbe alquanto rasserenato l’orizzonte del Cavaliere.
Come sempre sono gli americani a venire in soccorso di Berlusconi. La scorsa
volta furono proprio esperti di Oltreoceano a rassicurare l’ex premier della
possibilità di vittoria finale. Una vittoria poi sfumata per pochissimo e con
l’ombra di più di qualche broglio.
Nuovamente gli americani, quindi. Che lo rincuorano al punto tale da fargli
intravedere quella doppia decina di senatori di vantaggio sul Pd che lui stesso
ha confidato ieri a “La Stampa” in un’intervista “margine necessario per
prendere decisioni difficili ed impopolari”.
Per la verità secondo i calcoli
fatti dovrebbero essere in tutto sedici i senatori di vantaggio del Pdl. Un
margine accettabile anche considerando che rispetto all’Unione del 2006 Berlusconi
può contare su uno schieramento più compatto e composto da soli tre partiti:
Pdl, Lega ed Mpa. Quindi sedici senatori di vantaggio in questa circostanza
possono essere considerati più che sufficienti. Unica nota negativa, secondo il
sondaggio americano, la possibile perdita del Senato nel Lazio, per un pugno di
voti. Un sacrificio che non vanificherebbe il risultato a livello nazionale ma
che indicherebbe quanto nella Regione ed a Roma il Pdl non è riuscito a sfondare.
Notizie che inoltre sarebbero confermate anche dalle voci provenienti
direttamente da Roma e Provincia, e che per la verità non sarebbero delle più confortanti.
Alemanno, infatti, sarebbe dietro Rutelli che pur in perdita di consensi
manterrebbe un buon margine sull’ex ministro di An. Circostanza che farebbe
ipotizzare un ballottaggio tra i due.
Più complicato, invece, il compito di
Antoniozzi alla Provincia il quale sarebbe molto indietro rispetto al rivale
Zingaretti, tanto che l’ipotesi che si profila è quella di una vittoria già al
primo turno del candidato del Pd. Tornando ai dati nazionali la soddisfazione
di Berlusconi fa da contr’altare all’umore mesto che si respira a
Sant’Anastasia.
Al di là infatti dei toni dell’esterno, i vertici democratici
sono ormai ben consapevoli che la fase di rimonta di Veltroni si è esaurita, al
punto che da oltre due settimane non si registra nessun movimento. Unica consolazione
sulla base dei sondaggi dei democratici è il dato pessimo di Sinistra
l’Arcobaleno che non solo non sarebbe riuscita nell’intento di sottrarre voti
al Pd ma avrebbe perduto anche il sostegno di quel mondo dei centri sociali e
del movimentismo di sinistra che nel 2006 le garantirono un buon successo
elettorale.
Le previsioni che circolano sono di non più di una trentina di
seggi, si parla di 35 in tutto, alla Camera mentre a Palazzo Madama una decina
di senatori. Sul lato opposto anche Forza Italia, in base ad i suoi dati,
avrebbe una fotografia chiara del dato di Francesco Storace.
Alla Camera La
Destra non dovrebbe essere in grado di raggiungere la soglia del quattro per
cento, mentre al Senato potrebbe farcela eleggendo un senatore. Rafforzata la
Lega che in particolare al Senato vedrebbe quasi raddoppiata la sua
rappresentanza: da dodici a venti.
Infine c’è l’Udc. Qui sia Pd che Pdl sono
abbastanza concordi nel ritenere che proprio il partito centrista sarà quello
che uscirà più penalizzato da queste elezioni anche se Pierferdinando Casini
nella conferenza stampa di due giorni fa su Rai Due ha ripetuto di essere
ottimista ostentando cifre lusinghiere. La realtà però dovrebbe essere un’altra.
Il leader dell’Udc alla Camera potrebbe contare al massimo su di una pattuglia
di circa 30 deputati. A Palazzo Madama, invece, in tutto dovrebbero essere
cinque i senatori di cui la metà provenienti dalla Sicilia e verso i quali c’è
da tempo un corteggiamento dei vertici del Pdl.
Come detto queste le ipotesi
che circolano sia a Sant’Anastasia che a Palazzo Grazioli. Ma c’è
anche un’altra riflessione che in queste ore viene fatta. Infatti qualora
fossero confermati questi dati sarebbe chiaro che quasi il 90 per cento delle
preferenze in questa campagna elettorale si è alla fine concentrato sulle due
forze politiche maggiori. Da qui una notevole semplificazione del quadro
politico rispetto al passato ma soprattutto ottenuta indipendentemente da
riforme elettorali e referendum. Un aspetto, fanno notare sia al Pd che nel Pdl,
di cui tenere conto quando nella prossima Legislatura ci si troverà di nuovo di
fronte alla questione referendaria.
A conferma che non sempre è necessario rincorrere
nuove formule ed espedienti per far funzionare le istituzioni. Basta un pò di
buona volontà.