Gli Usa perdono Manas e ripensano la propria strategia in Asia Centrale

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Gli Usa perdono Manas e ripensano la propria strategia in Asia Centrale

11 Febbraio 2009

La decisione presa dal parlamento e dal Presidente del Kirghizistan appare definitiva. La base militare statunitense di Manas, collocata alle porte della capitale Bishkek, dovrà essere abbandonata dalle truppe americane entro sei mesi. Il governo dello stato centroasiatico, guidato dal Presidente Kurmanbek Bakiyev, lo ha reso noto venerdì 6 febbraio dopo alcuni giorni dall’annuncio ufficioso.

Il sito militare era stato affittato da Washington nel 2001, all’indomani dello scoppio della guerra afgana, ed è considerato come una giuntura essenziale per le manovre statunitensi in atto in Afghanistan. Dalla base vengono infatti spediti rifornimenti e contingenti verso Kabul. Inoltre Manas rappresenta l’unico supporto logistico e militare USA nella regione dell’Asia centrale.

Dietro la decisione kirghiza vi è certamente l’influsso diplomatico di Mosca. Le pressioni russe sulle repubbliche ex-sovietiche dell’Asia centrale, finalizzate all’espulsione dal loro territorio di ogni presenza militare statunitense, non sono nuove. Significativo è stato il luogo dal quale Bakiyev ha comunicato la disposizione. Il 4 febbraio scorso il Presidente del Kirghizistan si è pronunciato da Mosca a seguito di un incontro con l’omologo russo Medvedev. Il Cremlino ha contestualmente concesso al paese asiatico 2 miliardi di dollari in aiuti sotto forma di prestito ed altri 150 milioni di dollari in aiuti a fondo perduto.

Washington pagava, per l’utilizzo annuale della struttura militare, 60 milioni di dollari. Le motivazioni ufficiali sono state spiegate dal governo kirghizo con il rifiuto statunitense di pagare una quota maggiorata per la base e con la contrarietà alla stessa della popolazione.

L’evento giunge in un momento particolarmente delicato per gli USA. Il Presidente Obama mira al raddoppiamento degli effettivi presenti in Afghanistan e il venire meno della base, posta in una area strategica, renderà molto più difficile il trasporto di materiali, uomini e rifornimenti. Il Primo Ministro russo Putin ha accettato di aiutare gli Stati Uniti nella loro azione bellica ed ha assecondato le richieste pervenute a Mosca riguardanti l’utilizzo del territorio nazionale durante le operazioni che conducono le truppe americana a Kabul. Tuttavia risulta chiaro come al Cremlino non vi sia l’intenzione di adeguarsi ad installazioni USA, di natura militare e permanente, in Asia centrale. Del resto la battaglia strategica che si combatte da diversi anni in questa regione vede Mosca estremamente risoluta nel non fare erodere la propria sfera di influenza in Asia centrale.

Quanto accaduto simboleggia una rilevante vittoria strategica della Russia in Asia nonché un arretramento della proiezione politico-militare statunitense nella regione. Per di più, con la perdita della base di Manas la nuova amministrazione americana dovrà rivedere il proprio piano di intervento in Afghanistan, individuando nuove e più dispendiose linee di approvvigionamento.

Il Kirghizistan da parte sua ha messo in evidenza una scelta diplomatica significativa, che aggrava la posizione asiatica, da tempo difficile, degli Usa. Il paese è afflitto da endemica povertà e le promesse finanziarie di Mosca hanno certamente giocato un ruolo importante nella decisione del Presidente.