Gli Usa vogliono che il nuovo governo Karzai batta la corruzione
05 Novembre 2009
Il presidente afghano Karzai ha annunciato che il nuovo governo sarà composto da tecnocrati e da ministri che facevano già parte della compagine governativa precedente – in barba alle pressioni occidentali che puntavano a un rimpasto completo. Il tutto dovrebbe avvenire nelle prossime tre settimane. Intanto l’ex ministro degli esteri Abdullah Abdullah, il principale avversario di Karzai, dice che la rielezione del suo rivale è stata illegale e che indebolirà la sua capacità di combattere la corruzione che regna nel Paese.
Nello stesso tempo, si riapre la questione della sicurezza e della lealtà delle forze di sicurezza del nuovo governo afghano. La morte di 5 soldati inglesi, uccisi a tradimento da un poliziotto afghano traditore, nella provincia dell’Helmand, ha riaperto la discussione sul ruolo del personale di sicurezza che si occupa dell’addestramento della polizia locale nel dopoguerra afghano.
L’opposizione di Abdullah. Giorni fa Abdullah si era ritirato dal ballottaggio a causa dei brogli elettorali che hanno caratterizzato il primo round del voto. Ieri aveva detto che la Commissione Elettorale Indipendente che aveva annullato il ballottaggio non aveva l’autorità legale per farlo.
Usa Today riporta la notizia che Abdullah ha detto alla stampa che non ci si può aspettare di combattere la corruzione con un governo che insediato grazie a dei brogli; ha aggiunto di non avere dei piani per formare una coalizione con Karzai e che si sta muovendo con i suoi sostenitori per mantenere un’opposizione pacifica. Lunedì scorso, Abdullah si era rivolto alla nazione dopo essersi assicurato il secondo mandato, e aveva promesso “ogni sforzo possibile” per sradicare la corruzione che si annida nel governo. Tuttavia, è sembrato anche contrario a rimuovere gli alti ufficiali in una sorta di megapurga rigeneratrice.
Gli Stati Uniti e i leader europei hanno chiesto con urgenza a Karzai di concentrarsi nel rafforzamento del governo e nella lotta alla corruzione – che viene considerato un modo per aumentare la legittimazione del nuovo governo. Le autorità occidentali e l’opposizione interna in Afghanistan temono che Karzai dia posti importanti a persone che sono state implicate nelle frodi (un milione di schede elettorali fasulle, secondo l’Onu). Il ballottaggio, previsto per la fine di questa settimana, è stato annullato dopo che l’unico sfidante di Karzai si era ritirato dalla sfida.
La morte dei 5 soldati inglesi. Un poliziotto afghano, o meglio, un uomo che indossava una divisa della polizia afghana (aiutato da un complice), ha aperto il fuoco sui soldati inglesi del contingente nell’Helmand, ammazzandone 5 in una caserma, per poi dileguarsi dopo l’attacco. E’ stato uno dei più gravi attentati contro le forze inglesi dall’inizio della guerra. Dal 2001, il contingente inglese ha perso fino adesso 229 uomini. Due delle vittime di ieri facevano parte della Royal Military Police (RMP), gli altri venivano dalle Granadier Guards.
L’addestramento delle forze di sicurezza afghane è un elemento cruciale nella strategia della Nato e la RMP svolge “un ruolo fondamentale” nel mentoring e nel partnering poliziesco, come ha sottolineato il ministro della Difesa inglese (così com’è accaduto anche in Iraq e in Kosovo). E’ anche un modo per far sì che la popolazione locale non senta le truppe dei contingenti stranieri come una forza occupante. Ma le forze di sicurezza afghane devono fare i conti con la corruzione e con poliziotti e ufficiali indigeni che fanno spesso consumo di droga. Il pericolo maggiore è che queste forze possano essere infiltrate dai Talebani, che minacciano di ritorsioni le reclute e i loro familiari. Tutto questo ha spinto alcuni parlamentari inglesi a chiedere l’inizio di una exit strategy dall’Afghanistan.
La strategia di Obama. I consiglieri del presidente americano sembrano orientati versi un mix di strategie che combini la “contro-insorgenza” con il contro-terrorismo, ma resta il problema di quante truppe e addestratori effettivamente verranno inviati in Afghanistan come rinforzo. Dai 10.000 ai 40.000 uomini, secondo le stime – che si andranno ad aggiungere ai 67.000 uomini già impegnati dagli americani e da altri 42.000 uomini dell’Alleanza Atlantica.
Come hanno scritto Charles Kupchan e Steven Simon sul Financial Times, nonostante l’annullamento del ballottaggio abbia ulteriormente indebolito il Paese, già minato dalle difficoltà del governo, l’amministrazione Obama non ha molte altre possibilità se non quella di continuare a collaborare con il Presidente Karzai. In realtà, “il pasticcio elettorale paradossalmente potrebbe facilitare la decisione di Obama sui prossimi passi da affrontare nel corso della guerra”. Il fermento che si vive in questi giorni a Kabul potrebbe persuadere la Casa Bianca che il piano del generale McChrystal per portare avanti la contro-insorgenza nelle zone di provincia e di campagna del Paese è un “ponte troppo lontano”.
Il comandante delle truppe americane in Afghanistan avrebbe voluto che le forze della coalizione si concentrassero in una strategia centrata sulla popolazione locale, sui suoi bisogni e le sue lamentele – sul modello di quanto è avvenuto in Iraq con l’insorgenza sunnita. Ma la differenza è che il governo centrale in Iraq era in via di stabilizzazione, e si era impegnato nella ricostruzione delle infrastrutture istituzionali necessarie ad uno stato funzionante.
In Afghanistan, invece, ci troviamo di fronte a un governo non del tutto legittimato e che controlla a stento il 30 per cento del territorio, che resta in gran parte nella mani dei signori della guerra locali – e così, inviare migliaia di truppe fresche nelle zone senza legge della provincia rurale afghana è “la ricetta per inseguire degli obiettivi irraggiungibili con mezzi insufficienti”, scrive Kupchan.