“God Save The Family”, così cantiamo in Occidente
22 Settembre 2022
E’ stato lo spettacolo più mediatico della storia, surclassando Olimpiadi e Mondiali di calcio. Oltre 4 miliardi di persone hanno assistito alle esequie della Regina Elisabetta II in una Londra vistata a lutto. Uno sforzo imponente, anche per tutte le televisioni del pianeta, che hanno consegnato ai posteri l’amore per una sovrana che ha regnato per oltre 70 anni.
Sono state molte le interpretazioni della stampa per questa grande partecipazione di folla, sia quella che ha fatto 24 ore di composta fila per darle l’ultimo saluto, sia quella che ha visto l’evento in poltrona. L’amore per l’istituzione è uno di questi motivi e lo spiega la storia, anche quella recente. Ed è inevitabile un confronto con la monarchia italiana.
Protagonisti dell’Unità d’Italia, senza dimenticare il contributo determinante del Conte di Cavour, i Savoia hanno vissuto il loro momento più basso quando hanno avallato il Fascismo. Salvo poi fuggire dopo l’8 settembre, mentre il Paese piombava nel caos. Per non parlare dell’ultimo successore Emanuele Filiberto che, tra un ballo e l’altro su Rai1, ha recitato nella pubblicità per una nota marca di sottaceti…
Tornando agli anni caldi dell’ultimo conflitto mondiale, Giorgio VI, padre della monarca appena scomparsa, incitava gli inglesi a resistere e combattere contro la tirannia nazista, dopo aver benedetto e incoraggiato la leadership di Winston Churchill che promise “blood, toil, sweat and tears”, sangue, fatica, lacrime sudore e sangue ai connazionali per sconfiggere Hitler e la Germania nazista. Mentre gli inglesi combattevano da soli nei cieli la battaglia d’Inghilterra, il Re restava dignitosamente al suo posto a Londra. Intanto le sue figlie, la Principessa ereditaria Elisabetta e la secondogenita Margaret, si aggiravano in bicicletta per le strade di Londra impegnandosi a incoraggiare e guarire i feriti.
Poco prima, l’esercito aveva combattuto sulle spiagge della Francia, restando imbottigliato a Dunkerque. Il cinema ci ha consegnato proprio di recente un capolavoro che prende il nome proprio dalla città di una delle battaglie simbolo della Seconda Guerra Mondiale. In una scena l’ammiraglio, che vede arrivare le barche dei cittadini privati per salvare i soldati, alla domanda “chi sono?” risponde semplicemente “la Patria”. Ecco, la seconda ragione del successo mediatico: la patria e i suoi militari che combattono per la democrazia. Per questo motivo abbiamo visto quelle divise sgargianti in rigorosa e ordinata fila dietro il feretro. Il messaggio è chiaro: abbiamo combattuto nei cieli, nei mari, sulle spiagge per la Patria, per lei Maestà e per i suoi antenati. Lo faremo per il futuro Re, immortalato in lacrime nella sua divisa da colonnello.
Non è passato inosservato il fatto che i soli Harry, rampollo ripudiato a corte, e Andrea, Duca di York, figlio amato da Elisabetta ma caduto in disgrazia dopo essere stato coinvolto nello scandalo Epstein, sono stati privati di questo privilegio.
E’ degno di indossare una divisa chi onora il suo ruolo, chi rispetta la famiglia. E chi ha orecchie per intendere intenda. In Italia questo corteo di divise sarebbe stato inviso ai più e bollato di militarismo. Durante la pandemia, la nostra ultima e dolorosa guerra, c’è stato perfino chi ha avuto il coraggio di contestare il valoroso generale Figliuolo perché si presentava in divisa da Alpino, con le sue medaglie in bella mostra.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha capito che solo un militare poteva combattere una guerra così decisiva e lo ha insignito della più grande responsabilità. Lui ha risposto presente e i risultati li vediamo oggi. Eppure, ancora, qualcuno rimpiange i padri delle primule che dovevano sorgere come fiori del bene. Vedremo quanti lo ricorderanno alle urne. Per la verità, prima del presidente Draghi, anche il compianto Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, aveva avuto il coraggio di togliere dalla naftalina il concetto di Patria, un tempo sinonimo di nazionalismo, che portava con sé un sapore un po’ fascista. Mentre il Tricolore, va detto forte, non ha padrini né padroni, ma è di tutti quelli che amano l’Italia. E le forze armate ne sono i custodi.
Gli inglesi queste contraddizioni ipocrite le hanno superate secoli fa. Lo Stato e le istituzioni democratiche, così come le forze armate, oltremanica sono un valore supremo. Perfino il rivoluzionario Oliver Cromwell, che della monarchia inglese fu uno spietato nemico, ebbe a dire: “lo Stato nello scegliere gli uomini che dovranno servirlo non badi alle loro opinioni. Se sono decisi a servirlo fedelmente tanto basta”. Un popolo, una divisa, un onore insomma. Ma anche questo non è sufficiente a dare risposte.
A ben osservare, dietro quella bara c’erano il nuovo Re Carlo e la sua Regina consorte Camilla, i figli di lui, avuti dal primo matrimonio con Diana Spencer, William, nuovo Principe di Galles, ed Harry, Duca di Sussex, gli amati nipoti della defunta regina. Questo ordinato passaggio significa passato, presente, futuro. Le immagini hanno raccontato la storia inglese, ribadendo il concetto che è il passato che insegna a vivere il presente e ad affrontare il futuro.
Vedremo quanto Carlo saprà fare tesoro di questo monito, ma qui il pensiero corre immediatamente a un altro grande protagonista della nostra vita: Papa Francesco. L’ultima sua fatica letteraria, per i tomi di Solferino, ricalca questo monito. Il titolo è eloquente: “La lunga vita, Lezioni sulla vecchiaia”. Recita sulla quarta di copertina: “gli anziani sono come le radici dell’albero. Tutta la storia viene da lì, e i giovani sono come i fiori e i frutti. Se non ricevono il succo, se non possono contare su questa flebo dalle radici non potranno fiorire mai”.
Quello di Papa Francesco non è solo insegnamento religioso, ma un richiamo, anche laico e pratico, ai valori della famiglia. Le nostre famiglie sono fatte di figli, padri e madri e nonni. Alle nostre famiglie è affidato il welfare del patrimonio, ma anche quello dello spirito. Famiglie, va ripetuto, fatte di padri e madri. Questo è il messaggio che dovranno cogliere i futuri membri dell’esecutivo che nascerà dopo il 25 settembre. Non c’è crescita senza famiglia, non c’è sviluppo senza famiglia, non c’è futuro senza famiglia.
Famiglia vuol dire asili nido per le donne che lavorano, assunzioni garantite e tutelate per le partorienti, sgravi fiscali per chi fa figli. E poi chiarezza. Per tramandarsi di generazione in generazione, la famiglia deve generare eredi. Un sostituto all’incrocio amoroso tra un uomo e una donna, allo scopo, non è ancora stato inventato. E qui torniamo a passato, presente e futuro. Che cosa è stata Elisabetta II se non una moglie, una madre, una nonna esemplare, una interprete del ruolo della famiglia? L’esempio più regale che esista. La sua è stata ed è una famiglia tormentata da scandali e divorzi, dilaniata anche da lutti. Ma una famiglia che ha retto e che reggerà per il bene supremo che è la continuazione della specie nella speranza. God Save The King, hanno cantato gli inglesi. God save the Family, cantiamo noi in Occidente.