Governo clone anche sull’immigrazione

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Governo clone anche sull’immigrazione

16 Dicembre 2016

Renzi diceva se vinco il referendum la prima cosa all’ordine del giorno dopo il voto sarà l’immigrazione. Il referendum l’ha perso, anche per colpa della politica di accoglienza indiscriminata applicata dal suo governo, che appunto non è una politica. Ieri il suo successore, Paolo Gentiloni, è andato a Bruxelles e ha ripetuto le stesse cose sulla questione immigrazione.

La prima è che la Germania non deve illudersi di aver risolto il problema chiudendo la rotta balcanica, giacché i flussi dei disperati ora si dirigono verso Lampedusa. Secondo, che bisogna accelerare sui “Migration compact”, il piano renziano per i paesi africani rimasto appeso in Europa con la caduta dell’esecutivo che lo aveva proposto.

Terzo, che bisogna rivedere il regolamento di Dublino e non cedere sulle ricollocazioni dei migranti che arrivano in Grecia e in Italia, da distribuire negli altri stati membri della Ue. Ma la storia della riforma dei trattati di Dublino è vecchia come il cucco, il governo Renzi ce l’ha propinata per anni. E i ricollocamenti per adesso sono stati solo una bufala, un figura barbina per l’Italia che non è riuscita a imporsi con altri Paesi europei.

Del migration compact si capisce poco, vedremo il Niger ma per piani del genere ci vuole tempo, molto tempo. Ricordiamo con più chiarezza i corridoi umanitari con permessi speciali per i profughi organizzati nel recente passato dalla comunità di Sant’Egidio, ai quali l’ex titolare della Farnesina diede il suo beneplacito. Alla Germania, infine, non è che si possa rimproverare poi così tanto il patto con la Turchia, visto che lo abbiamo sottoscritto e paghiamo anche noi il regime di Ankara.

Morale della favola? La ricetta italiana resta la stessa, accoglienza fine a se stessa, soldi alla Turchia, proclami sull’Africa, zero ricollocamenti. Squadra perdente non si cambia, anche se continua a ripetere all’infinito mantra che non hanno avuto nessun effetto concreto. Il governo ha quindi battuto il primo colpo a Bruxelles sull’immigrazione. Ops, il governo clone. Renzi senza Renzi.