Governo Draghi, da Salvini una mossa dal triplice effetto. E intanto si attende Rousseau

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Governo Draghi, da Salvini una mossa dal triplice effetto. E intanto si attende Rousseau

Governo Draghi, da Salvini una mossa dal triplice effetto. E intanto si attende Rousseau

09 Febbraio 2021

Lo scoglio tecnico lo ha sollevato il M5S imponendo il voto su Rousseau, ma il vero nodo politico da sciogliere in vista del nuovo Esecutivo Draghi è stato creato dalla mossa di Salvini. Ovvio, infatti, che per i partiti che sostenevano l’ultimo governo Conte sarebbe stato molto più comodo entrare in una cosiddetta maggioranza Ursula depurata quindi dalla componente sovranista, ma la scelta a sorpresa del leader della Lega ha sparigliato le carte creando, a prezzo di un oggettivo disorientamento di una fetta dell’elettorato più radicale poco avvezzo alle mani europee sulla economia italiana, almeno tre dati politici nuovi e potenzialmente favorevoli al Carroccio.

Il primo: con il suo via libera a Draghi, Salvini ha dato una legittimazione europeista alla Lega che, a questo punto, il futuro premier avrà tutto l’interesse a voler rafforzare con ovvi benefici di immagine per il Governo, ma allo stesso tempo importante anche in una futura chiave elettorale per il Carroccio.

Il secondo: l’ex Ministro dell’Interno con la sua mossa è riuscito a mettere in difficoltà gli avversari politici. Non tanto i 5 Stelle, che con la Lega avevano già governato e che vincolano il loro sostegno al governo alla figura stessa del banchiere Draghi e non alla composizione della maggioranza che lo appoggia, bensì l’asse Pd-Leu che al pensiero di dover governare con Salvini sono ora costretti a livello personale a robuste dosi di calmanti e politicamente rischiano di veder crollare il loro consenso, come dimostrano del resto i primi sondaggi.

Il terzo elemento è strettamente connesso al secondo. Con l’ingresso della Lega in maggioranza si complica e non poco il processo che deve portare alla composizione del nuovo Governo. Nell’ipotesi infatti che Draghi opti per un governo politico con i big dei partiti come ministri sarebbe impossibile impedire a Salvini di entrare nell’Esecutivo e a quel punto come potrebbero Pd e Leu stare al Governo con l’odiato Matteo? Non solo, se per soddisfare gli equilibri interni Pd venissero promossi a ministro tre esponenti Dem (Franceschini, Guerini e Orlano per fare i nomi in pole), allora anche la Lega avrebbe tutto il diritto di rivendicare una squadra numericamente simile. E ancora: se al governo politico fosse preferita una squadra di tecnici di area, automaticamente si complicherebbe la vita del Movimento 5 Stelle che ad oggi resta comunque il partito con più deputati e senatori. Probabilmente l’approdo sarà un Esecutivo tecnico-politico, con i tecnici indicati direttamente da Draghi (da Marta Cartabia a Lucrezia Reichlin, passando per Luisa Torchia), ma il dilemma dei nomi e dei profili politici resta il nodo da sciogliere nelle prossime 24 ore.

In attesa si realizzi l’alchimia politica del suo Governo, con i partiti a dire il vero privi di punti di riferimento (a Roma non sono ancora approdati i futuri uomini forti del premier incaricato), Draghi si è preso un giorno in più per le consultazioni convocando domani anche le parti sociali. Un tempo indispensabile per attendere che il Movimento 5 Stelle celebri il suo rito della votazione online il cui esito è vero che dopo l’endorsement di Grillo e Di Maio appare scontato, ma dal quale certamente emergeranno seri distinguo con possibili spaccature nel Movimento.