Governo e maggioranza accelerano su riforme e misure anti-crisi

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Governo e maggioranza accelerano su riforme e misure anti-crisi

25 Giugno 2009

Archiviata la tornata elettorale, il Pdl rilancia la proposta riformatrice per modernizzare il Paese. E accelera sulle riforme già inserite nell’agenda di lavoro del governo: giustizia, riforme dello stato sociale indicate nel “libro bianco”, federalismo fiscale e riforme della pubblica amministrazione, università e scuola. Con un’attenzione prioritaria alle misure anti-crisi per sostenere lavoro autonomo, piccole imprese e giovani.

E’ la strada che Palazzo Chigi ha già intrapreso e che si traduce nel decreto legge che oggi approda in Consiglio dei ministri. Al centro del provvedimento ci sono interventi ad hoc per rilanciare il settore produttivo. Detassazione degli utili alle imprese che investono e incentivi alle aziende che pur in un quadro congiunturale fortemente condizionato dagli effetti della crisi internazionale, decidono di non licenziare i dipendenti  né di ricorrere alla cassa integrazione (proposta avanzata dal ministro del Welfare Sacconi), sono alcuni dei provvedimenti che lo stesso  Berlusconi ha anticipato alla vigilia del vertice dell’esecutivo.

Proprio il capitolo delle misure anti-crisi è uno dei passaggi chiave del documento politico approvato all’unanimità dai 150 membri della direzione nazionale del Pdl (convocata per approvare il quadro consuntivo del 2008). Nel testo si ribadisce l’impegno “a portare l’Italia fuori dalla crisi, più forte di come vi è entrata, sviluppando una politica economica rigorosa ma in grado di venire incontro alle esigenze delle aree sociali che oggi sono maggiormente in difficoltà, fra le quali in primo luogo quella dei lavoratori autonomi, dei giovani e delle piccole imprese”. Una sottolineatura che tiene conto delle sollecitazioni arrivate dalle associazioni di categoria e muove dalla consapevolezza che, oltre alle misure già adottate per arginare gli effetti della crisi, adesso sia necessario  calibrare interventi di sostegno anche per tipologie di lavoratori e settori produttivi che rischiano di subire contraccolpi pesanti (e in molti casi irreversibili) a causa del rallentamento complessivo dell’economia e dalla mancanza di ordini, specie per le piccole imprese che rappresentano la spina dorsale del Sistema Italia.

Da L’Aquila Berlusconi conferma che il decreto fiscale terrà conto delle esigenze delle imprese  e si sofferma sulla “querelle” banche-imprese sull’erogazione del credito sottolineando l’impegno del governo: “Abbiamo dato alle banche la liquidità necessaria ma ci sono le imprese che si lamentano. Il fatto è che questa crisi c’è e si sente, anche se forse la parte negativa l’abbiamo alle nostre spalle. Accade che i conti delle imprese non sono più quelli di prima e alcune aziende sono in perdita”. Motivo per il quale, osserva il premier, è nato il problema dell’erogazione del credito alle pmi, anche se rilancia l’importanza di uscire dalla “cappa negativa” del pessimismo  perché né dipendenti pubblici tantomeno pensionati “hanno motivo di dover cambiare le loro abitudini di vita”.

Pensioni ed eventuale revisione delle stime del Pil sono le altre due questioni che il presidente del Consiglio affronta nel giorno in cui il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi dice che “il Pil nel 2009 scenderà del 5%” e Bruxelles  apre una nuova infrazione  nei confronti dell’Italia per non essersi adeguata alla sentenza della Corte di giustizia Ue che chiede l’equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne nel settore pubblico. “Ne discuteremo oggi nel Consiglio dei ministri  ma certamente abbiamo una diminuzione del pil e anche una crescita del deficit”, spiega il premier che ribadisce la linea del governo: “Procederemo nella direzione del realismo”. Anche di pensioni si parlerà oggi a Palazzo Chigi ma Berlusconi non nasconde perplessità sottolineando che in un momento di crisi come l’attuale, intervenire in questa direzione “ci pare un po’ fuori tempo” perché “siamo già intervenuti con reazioni forti”.

Infine un accenno alla squadra di governo e alle voci che da giorni si inseguono nei palazzi della politica circa un imminente rimpasto dell’esecutivo. Berlusconi taglia corto: “Nessun cambio di squadra, sono soddisfatto di come stanno lavorando i ministri”. L’unica eccezione – peraltro annunciata da tempo – riguarda la nomina del nuovo ministro della Sanità, Ferruccio Fazio “perché abbiamo deciso che la materia dovesse avere una propria sede ministeriale e perché nella sanità abbiamo riscontrato deficit rilevanti”. Per il resto, Berlusconi applica il vecchio detto “squadra che vince non si cambia” confermando che “c’è grandissima soddisfazione e apprezzamento da parte mia per il lavoro di tutti i ministri”.

Rilanciata la strategia, ora governo e maggioranza sono attesi alla prova dei fatti: rimettere in moto la “locomotiva Italia”, ridare una boccata di ossigeno al settore produttivo, evitare l’aumento della disoccupazione.