Governo, Eugenia Roccella: “La nomina di Valeria Fedeli è uno schiaffo al popolo del Family Day”
14 Dicembre 2016
“Nella generale impressione di déja vu di questo governo Renzi senza Renzi, spicca, tra le poche novità, il nome di Valeria Fedeli all’istruzione”, Eugenia Roccella, parlamentare di IDEA, commenta la nomina della vicepresidente del Senato a ministro della pubblica istruzione. “La Fedeli è un’accesa sostenitrice dell’introduzione del gender nelle scuole, e ha firmato un progetto di legge molto chiaro, per ‘Integrare l’offerta formativa dei curricoli scolastici, di ogni ordine e grado, con l’insegnamento a carattere interdisciplinare dell’educazione di genere come materia, e agendo anche con l’aggiornamento dei libri di testo e dei materiali didattici’”.
Roccella sottolinea insomma come il Governo Gentiloni, sui temi etici e antropologici, continuerà nella medesima direzione dell’esecutivo Renzi. Del resto proprio la Fedeli, in una intervista a “Un giorno da pecora” di qualche tempo fa, al giornalista che le chiedeva “Ma è vero che vorrebbe introdurre l’educazione di genere nelle scuole e all’università?”, ha risposto “C’è già, si trova nella Buona scuola”, firmata dall’ormai ex ministro Giannini. La ex sindacalista, quindi, non dovrà nemmeno darsi troppo da fare: il progetto sul gender è già in discussione alla commissione cultura, mentre per promuovere e diffondere la teoria del gender nelle scuole basterà utilizzare, come ministro dell’istruzione, gli strumenti disponibili. Fedeli si è anche detta pronta a “celebrare le unioni civili” nel Comune di Cascina, quello il cui sindaco, Susanna Ceccardi, rifiuta di farlo.
Per Eugenia Roccella, la nomina a ministro di Valeria Fedeli è quindi “uno schiaffo al popolo del Family Day e al Comitato ‘Difendiamo i nostri figli’. Questo governo nasce già con lo stesso marchio di fabbrica del precedente ma subirà la stessa opposizione: non permetteremo che nelle scuole passino progetti ideologici e contrari alla libertà educativa”. Non sono state sufficienti manifestazioni di popolo gigantesche in difesa della famiglia naturale, contro unioni civili e la teoria del gender. Né a quanto pare la grande sberla presa al referendum costituzionale. Il governo Renzi “senza Renzi” colpisce ancora.