Governo: Fi rivendica welfare per Sacconi, tensione con An
29 Aprile 2008
di redazione
Archiviato il ‘nodo Formigoni’ il nuovo
ostacolo da superare per Silvio Berlusconi è rappresentato dal
ministero del Welfare.
Una complicazione che si è presentata dopo
l’inattesa quanto netta affermazione di Gianni Alemanno a Roma
che fino alla proclamazione dei ballottaggi era destinato alla
guida di quel dicastero. Naturale, quindi, che gli ‘appetiti’ dei
partiti si siano concentrati sul ministero di via Flavia.
In prima fila Alleanza nazionale ha rivendicato per sé
l’assegnazione della ‘casella’, motivando la richiesta con la
logica ‘uno di noi esce, uno di noi entra’. Richiesta che sarebbe
stata formalizzata direttamente a Berlusconi dai vertici di An
rinvigoriti non solo dalla vittoria di Alemanno ma soprattutto
dal peso politico che ha portato con sè. Berlusconi avrebbe però
risposto ‘picche’ spiegando che “il comune di Roma vale tanto
quanto, se non più, un ministero” e che, inoltre, la formazione
del governo deve considerare attentamente gli equilibri di potere
tra i partiti. Il Cavaliere ha dunque rivendicato per Forza
Italia il dicastero del Welfare indicando e quasi blindando il
nome di Maurizio Sacconi concedendo, in contropartita,
assicurazioni ad An sull’assegnazione di tre ministeri più uno
(senza portafoglio).
I nomi che si fanno a via della Scrofa sono sempre quelli di
Altero Matteoli alle Infrastrutture e Ignazio La Russa alla
Difesa. Restano due caselle da riempire: la quota ‘rosa’ dovrebbe
spettare ad Adriana Poli Bortone. Un nome che non entusiasma
Fini, ma che alla fine dovrebbe spuntarla, forse alle Politiche
Ue. L’alternativa, se il ministero senza portafoglio dovesse
essere un altro, sarebbe Giorgia Meloni, la quale fra l’altro
potrebbe subentrare alla Poli Bortone se quest’ultima venisse
candidata nel 2010 alla Regione Puglia.
Un altro candidato per un posto da ministro sembra essere
Pasquale Viespoli, che aspirerebbe a occupare la casella del
Welfare, ma che secondo alcune fonti sarebbe solo un nome agitato
da An per tenere il punto sulla formula ministeriale del ‘3+1’ a
favore di via della Scrofa. Difficile anche che Alfredo Mantovano
vada alla Giustizia, visto che Berlusconi sembra rivendicare per
gli azzurri la poltrona di via Arenula.
Sul fronte delle quote rosa, si apprende da fonti del Pdl, “i
nomi ci sono ma le caselle sono ancora da riempire”. L’unica
certezza, argomentano le stesse fonti “è relativa a Maria Stella
Gelmini solidamente in sella all’Istruzione”. Per quanto riguarda
Stefania Prestigiacomo un ministero “è assicurato” mentre al
ballottaggio per una poltrona governativa ci sarebbero Mara
Carfagna e Michela Vittoria Brambilla.
Decisamente più complicata la trama che si starebbe disegnando
attorno ad uno dei ministeri che in un primo tempo sembravano già
assegnati: il ministero delle Attività Produttive potrebbe
infatti giocare un ruolo dirimente per arrivare alla ‘quadra’.
Nonostante Roberto Maroni sia insistentemente indicato come
futuro ministro degli Interni, da più parti si fa notare che un
impegno diretto in via Molise non sarebbe affatto accolto come
una ‘diminutio’. A farne le spese sarebbe Claudio Scajola,
peraltro molto interessato a quella carica, le cui quotazioni
alla Giustizia sembrano perdere peso.
Non viene però escluso, forse per ragioni di pretattica, per
sparigliare le carte o per ricondurre la coalizione a più miti
consigli, che Berlusconi possa sottoporre già in queste ore ai
suoi la possibilità di coinvolgere “un tecnico vicino a
Confindustria” il cui identikit corrisponderebbe a quello
dell’attuale vicepresidente Alberto Bombassei. Un nome ‘spuntato’
dopo gli incontri tra il futuro presidente del Consiglio e i
vertici, passati e presenti, di via dell’Astronomia.
fonte: APCOM