Governo in Abbazia e un certo nervosismo
11 Maggio 2013
Il viaggio nel monovolume da Roma alla Spineto Abbey tra Letta e Alfano non è privo di dossi e curve pericolose. Il premier non ha mandato giù la manifestazione del Pdl di Brescia. Secondo Letta, la tenuta dell’esecutivo è a rischio con strappi come quello del suo vice. Alfano non cede e precisa che si trattava di un evento elettorale non di un appuntamento contro i giudici.
La linea di Letta resta la stessa, il suo governo non era insostituibile come non lo è la sua prosecuzione. Spineto dovrà servire a disinnescare le mine o l’implosione è solo rimandata. Il viaggio in macchina porta comunque consiglio. La linea della "strana coppia" è silenzio dei ministri d’ora in avanti durante la campagna elettorale per le amministrative. "Quello che conta sono i provvedimenti e non l’annuncio di questi", ha detto il premier alla sua squadra spronandola a concentrarsi "sulla attività di governo".
Speriamo non finisca in un notte dei lunghi coltelli come nel "buen retiro" di Don Gaetano, quello descritto dal capolavoro di Sciascia, ma lo "spogliatoio" della nazionale ministri nell’abbazia di Spineto si preannuncia carico di attese, sia sul fronte dell’economia (c’è da far passare la benedetta sospensione IMU e rifinanziare la cassa integrazione, stoppate in cdm giovedì scorso), sia su quello delle riforme istituzionali (riforma della legge elettorale, subito o rimandata?).
Le cronache raccontano di un minivertice cheap, i ministri con lo stipendio tagliato si pagano la trasferta senza assistenti al seguito, cena alle nove mezzo di domenica sera poi dalle otto di lunedì in azione, dieci minuti a testa per gli interventi. Tenendo presente SWG: nell’ultima settimana il Governo Letta è sceso al 39% della fiducia tra gli italiani, meno quattro punti. Tempo stimato di permanenza dell’esecutivo, secondo la metà del campione, un anno, un anno e mezzo massimo.
Sul fronte economico c’è da trovare le risorse per coprire il rimandato incasso dell’IMU e rifinanziare la cassa integrazione, ma si parlerà anche di giovani e lavoro. Tra le coperture spuntano i risparmi del Tesoro sui tassi delle aste dei BOT, circa un miliardo, e una parte dei sei miliardi che l’Europa dovrebbe sbloccare per favorire l’occupazione delle nuove generazioni nei Paesi della Unione. Poi c’è la dimensione strutturale, con il debito pubblico che nel 2012 ha sfondato il 127 per cento e il deficit tenuto sotto controllo a bastonate. Tra IMU e cassa servono almeno 5 miliardi e l’FMI è sul chi vive (10 dei 12 Paesi dell’eurozona sono in disavanzo).
L’altro capitolo sono le riforme costituzionali. Qui le cose si complicano ulteriormente. Servono una serie di passaggi burocratici per far partire la macchina, mentre il ministro Quagliariello avverte che "non ci sono più dubbi che le riforme verranno fatte dalle Camere". Smosciata la Convenzione, entra in pista un Comitato consultivo con potere redigente che avrà il compito di supportare le commissioni istituzionali di Camera e Senato. A Spineto si discuterà di come comporre il Comitato e secondo quali modalità.
In ballo, come sappiamo, c’è l’odiato Porcellum, che la presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, la piddina Anna Finocchiaro, vorrebbe disinnescare subito tornando al Mattarellum, prefigurando quindi uno schema in cui si dia un primo segnale sulla legge elettorale, poi si proceda alle riforme costituzionali, tornando a completare la legge elettorale alla fine del percorso. Ma visto il delicato equilibrio su cui si fonda l’esecutivo guardare così avanti vuol dire condannarsi a una mezza ineffetualità.
Così fa bene il ministro Quagliariello a puntare subito verso soluzioni più concrete, condivise, come la modifica dei regolamenti parlamentari che consentirebbe una velocizzazione nell’approvazione dei disegni di legge più urgenti. Su questo, c’è già una proposta di legge firmata dallo stesso Quagliariello e dal piddino Zanda. Insomma, che si tratti di IMU (spezzoni del mondo liberale sono in subbuglio rispetto all’importanza centrale data da Berlusconi alla tassa sulla casa) o di Porcellum, l’impressione è che a Spineto bisognerà procedere centimetro per centimetro, sudando ogni compromesso, mediando fino allo sfinimento, con un margine di errore ridottissimo.
Enrico Letta non somiglia a Tony D’Amato ma forse è allo splendido discorso motivazionale del coach di "Ogni maledetta domenica" che il premier dovrebbe guardare se vuole uscire dal buen retiro con una squadra di governo compatta e pronta finalmente a portare in parlamento i primi provvedimenti.