Governo Letta, Monti rivendica le larghe intese
26 Aprile 2013
Mario Monti a Otto e Mezzo conferma che non sarà parte del governo del Presidente e racconta del suo incontro con il premier in pectore Enrico Letta. Scelta Civica resterà un partito attore della scena politica e tornerà in campagna elettorale, ma "fra tre o quattro anni". Confermata la linea dell’esecutivo con volti giovani e profili che non abbiano avuto trascorse esperienze di governo.
Sull’IMU, il leader di Scelta Civica dice che non deve diventare un tema dirimente ma va "va alleggerita e rimodulata". Letta dovrà giocare di iniziativa e non di rimessa, ponendo seriamente delle soluzioni ai problemi economici dell’Italia. Il problema per Monti è la bassa crescita e il nuovo governo dovrà fare riforme strutturali per far ripartire il Paese.
La colpa dei partiti nei 15 mesi del suo esecutivo è stata quella di non aver messo mano alle riforme istituzionali e soprattutto di aver lasciato incompleta la riforma della legge elettorale. Questa "carenza totale", secondo Monti, ha aperto la strada al successo di Beppe Grillo.
C’è ancora una fase uno e due, secondo l’ex premier, quella dell’emergenza economico-finanziaria che richiedeva "decisioni drastiche" come quella sulle pensioni, e la crescita successiva, che Monti identifica con la fase attuale, in un quadro europeo più aperto alla crescita e con una situazione finanziaria dell’Italia migliore.
Il professore difende la scelta di aver iniziato a ridurre i costi della politica, ma "quando siamo andati a toccare interessi nel mondo politico, come il taglio delle province, siamo stati bloccati". In ogni caso, Monti è convinto il suo piano originario, quadro bipolare modificato, larghe intese, riforme, unghie alle estreme tagliate, sia alla base dell’esperimento Letta.
Su Berlusconi, il Professore media in tutti i modi, dice che il Cav. "è stato il più bravo di tutti come dimostra la Storia", Silvio potrebbe staccare di nuovo la spina, ma "è il capo di un grande partito e bisogna fidarsi" perché ormai "si opera sempre di più in modo trasparente davanti alla opinione pubblica".
Ai toni aspri della campagna elettorale, dunque ("ho dovuto reagire e lo rifarei davanti alla contestazione che mi veniva fatta di aver danneggiato l’economia italiana e non di averla salvata), farà seguito il governo e la collaborazione. Insomma, non è impossibile una alleanza anche in futuro. Netto il giudizio su Casini, "credo ancora nella opzione riformista", a differenza di Pierferdinardo che ha parlato di errore strategico.
Sul fiscal compact, Monti dice che attualmente non è un tema cruciale e che l’Europa si sta decidendo a puntare sulla crescita. "La crescita non si fa con spesa pubblica e con il disavanzo ma con investimenti privati e pubblici, e si fa riformando il funzionamento dei mercati togliendo rendite di posizione che gravano sui consumatori".
C’è uno scontro tra Europa Baltica e Europa del Sud ma il suo impegno è stato quello di girare in Europa per presentare in una luce più corretta il nostro Paese che non è uno stato debitore e non ha preso un euro dalla Banca Centrale.