Governo, Parlamento e Copaff mettono il turbo al federalismo
23 Dicembre 2010
Prosegue senza sosta in questi giorni il lavoro del Governo, del Parlamento e della Conferenza per l’attuazione del federalismo fiscale (COPAFF) per dare attuazione all’impianto federale contenuto nella legge n. 42 del 2009.
Giovedì scorso il decreto sulla fiscalità delle Regioni ha ottenuto il parere favorevole dall’intesa dei governatori regionali. In cambio, le Regioni sono riuscite ad ottenere una riduzione dei tagli previsti dal d.l. 78 del 2010 (cosiddetta "manovra estiva") pari a 2 miliardi di euro per il 2011 e a 3,3 miliardi di euro per il 2012. L’importanza di questo decreto si evidenzia soprattutto per la rideterminazione dell’addizionale all’IRPEF, della compartecipazione regionale all’IVA e alla riduzione della tanto avversata IRAP.
Per quanto riguarda la fiscalità dei Comuni, lo schema di decreto è stato appena discusso dalla Commissione Bilancio del Senato, la quale ha evidenziato come l’obiettivo essenziale dello schema sia quello della massima possibile coincidenza tra cosa amministrata e cosa tassata, passaggio fondamentale per attivare nella trasparenza il circuito della piena responsabilizzazione delle realtà territoriali.
Tra le novità più importanti contenute nel decreto quello della creazione dell’Imposta Municipale, entro la quale confluiranno i gettiti di diversi tributi immobiliari, un’Imposta Municipale facoltativa e l’introduzione della famosa cedolare secca del 20 per cento sugli affitti. Proprio quest’ultima norma ha generato qualche difficoltà nella quantificazione del gettito relativo in quanto, a fronte di una perdita di gettito derivante dall’abbassamento dell’aliquota marginale media, è difficile quantificare l’ammontare di base imponibile che emergerà a seguito dell’introduzione della cedolare, che dipenderà dal numero di regolarizzazioni dei contratti d’affitto.
Durante l’ultima audizione presso la Camera, le associazioni dei proprietari ha comunque espresso parere favorevole, facendo intendere che l’emersione del nero possa essere molto consistente. Sulla scelta di subordinare l’efficacia del federalismo comunale alla fiscalità immobiliare incide negativamente il non perfetto aggiornamento dei dati catastali, se si pensa, ad esempio, che nel centro di Roma molti palazzi storici sono ancora inseriti nelle classi catastali più modeste. Sarebbe auspicabile, al fine di evitare queste situazioni, che l’aggiornamento dei dati catastali avvenga al più presto.
Buone notizie arrivano relativamente all’individuazione dei fabbisogni standard di Comuni e Province. Il decreto attuativo, che affida alla SOSE e all’IFEL il compito di individuare tali fabbisogni, è stato pubblicato venerdì sulla Gazzetta Ufficiale. Il parlamento sta inoltre esaminando il decreto sui costi standard regionali, relativi alle funzioni fondamentali da esse svolte. A questo riguardo, si sottolinea come tutto il processo di individuazione dei fabbisogni relativa alle funzioni dei vari livelli di governo e dei relativi costi standard non potrà prescindere del vincolo di bilancio statale e delle regole fiscali sulla finanza pubblica imposte in sede europea, soprattutto se si considerano le nuove proposte relative al modello di governance europea e l’introduzione dal 2011, del nuovo semestre europeo per il controllo ex-ante delle politiche di bilancio dei vari Stati. Una prassi, quest’ultima, certamente necessaria dopo le vicende Grecia ed Irlanda, ma che potrebbe limitare notevolmente il grado di autonomia decisionale sulle politiche fiscali dei singoli governi.
Notevoli passi in avanti si stanno inoltre compiendo per quanto riguarda il Decreto legislativo in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro enti ed organismi, con l’obiettivo di adottare regole contabili uniformi, schemi di bilancio comuni articolati in missioni e programmi coerenti con la classificazione economica e funzionale individuata dagli appositi regolamenti comunitari in materia di contabilità nazionale. Il Decreto dovrebbe finalmente porre rimedio alla anacronistica situazione attuale che si verifica nella contabilità degli enti territoriali, dove ogni Regione redige il proprio bilancio in maniera diversa.
Infine, è allo studio un provvedimento volto a definire premi per gli amministratori locali virtuosi e sanzioni per quelli che invece creano default, arrivando perfino a prevede l’impossibilità di rielezione. Questo per evitare casi clamorosi come quello della sanità del Lazio, dove il debito regionale accumulato negli ultimi anni è salito a oltre 10 miliardi di euro, obbligando gli amministratori regionali ad inasprire la pressione fiscale a danno dei cittadini, al fine di rispettare il piano di rientro sanitario concordato con il governo.