Governo sterile perfino nella produzione di provvedimenti
05 Novembre 2007
Questa settimana, che vedrà il passaggio in Senato della seconda finanziaria del Governo Prodi con una maggioranza spaccata e in preda a continue polemiche, rafforza i presagi di una crisi.
Da tempo il Governo, vittima delle sue contraddizioni, ha dimostrato di essere sterile nella produzione di provvedimenti significativi ed è, dunque, sulla base di ciò che ha fatto sin qui che verrà verosimilmente tracciato un bilancio dell’attività del secondo mandato di Romano Prodi.
Se l’Esecutivo cadrà si ricorderanno probabilmente gli estemporanei interventi in materia di Giustizia e Sicurezza, come emblema del suo totale fallimento.
In circa un anno e mezzo abbiamo assistito ad una timida ed ossequiosa riforma dell’ordinamento giudiziario, che nel suo iter parlamentare si è piegata ripetutamente al controllo ed all’invadenza del CSM. Si sono susseguiti scandali in materia di intercettazioni, senza che si sia riuscito in nessun modo ad arginare le ingerenze della stampa nella vita privata di personaggi pubblici e anche di persone comuni.
Dal vuoto costante della politica del centrosinistra, sono emerse delle figure sempre più numerose e a volte addirittura inquietanti di magistrati malati di protagonismo, acclamati da folle deluse ed inferocite.
Anche nei rari provvedimenti adottati, il Governo ha sempre dato la sensazione di inseguire le emergenze suggerite dalla cronaca, senza tuttavia riuscire a fornire la benché minima risposta alla domanda di sicurezza dei cittadini.
Ne è venuta fuori una politica poco incisiva, proprio sui temi più sentiti dalla popolazione, come dimostra anche l’ultimo evanescente decreto sugli immigrati, emanato in seguito all’allarme suscitato dal violento episodio di criminalità che nei giorni scorsi ha sconvolto l’opinione pubblica.
Non è una semplificazione eccessiva ritenere che, sulla Sicurezza e sulla Giustizia, l’intera proposta politica del Governo Prodi si sia ridotta alle liti quotidiane tra Mastella e Di Pietro.
Il Guardasigilli, che già di per se aveva maldestramente esordito con l’impopolare provvedimento sull’indulto, è poi apparso continuamente mal tollerato dalla stessa compagine di Governo, con la conseguenza che si è presentato in sostanza delegittimato agli occhi dei cittadini ed al cospetto del CSM.
Il Ministro delle Infrastrutture, dal canto suo, deluso per aver mancato ancora l’appuntamento con l’agognato Ministero di via Arenula, si è segnalato per le sue continue invasioni di campo, schiacciate, come sempre, sulle posizioni del giustizialismo più estremo di alcune correnti della magistratura.
Mettendo a paragone questo tipo di risultati con le critiche avanzate alla politica giudiziale del Governo Berlusconi e con i propositi restauratori sbandierati ai tempi della campagna elettorale, emerge in tutta la sua dimensione la disfatta cui è, in realtà, andato incontro il centrosinistra.
Prodi e i suoi sono riusciti a far rimpiangere quelle che loro stessi avevano definito addirittura leggi vergogna, i famosi provvedimenti ad personam, che comunque riflettevano una precisa ispirazione garantista, sottesa a tutti gli interventi su uno dei settori più dissestati dello Stato Italiano.
Chi verrà dopo Mastella, potrà di certo gestire più serenamente la Giustizia, perché svolgerà un compito enormemente facilitato dal confronto con un predecessore assolutamente non all’altezza.