Gran Bretagna vota Brexit. Londra Bruxelles e le Borse col fiato sospeso
23 Giugno 2016
Fiato sospeso a Londra, Bruxelles e nelle Borse europee per il voto su Brexit e la potenziale uscita della Gran Bretagna dalla Unione Europea.
Le urne si chiuderanno alle 23 ora italiana, i risultati sono attesi per l’alba di domani. A Bruxelles, alle 8 del mattino, è stata fissata una riunione straordinaria della Conferenza dei presidenti del parlamento europeo con il presidente dell’Assemblea, Martin Schulz.
Schulz si recherà dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, insieme al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e al primo ministro del governo che esercita in questo momento la presidenza semestrale del Consiglio Ue, l’olandese Mark Rutte.
Durante la riunione, i vertici Ue riceveranno con ogni probabilità da David Cameron una telefonata con l’esito del voto su Brexit.
Se vincerà il ‘Remain’, al prossimo vertice Ue di Bruxelles previsto per il 28 e 29 giugno, i capi di Stato e di governo dei Ventotto notificheranno l’accordo di febbraio sulle riforme concordato con Londra.
In questo caso, c’è l’impegno di Bruxelles a varare norme sulla immigrazione interna nella Unione Europea che lascino ai governi la possibilità di ritardare fino a quattro anni l’entrata dei residenti stranieri nei sistemi nazionali di welfare.
Se invece Cameron comunicherà ai vertici Ue che la volontà del suo paese è quella di lasciare l’unione, il Leave, forse già al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno inizierà il negoziato con gli altri Stati membri per l’accordo sui tempi e nodi del ‘recesso’ di Londra dall’Unione.
Secondo l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona, l’uscita effettiva del Regno Unito dovrebbe avvenire entro due anni, a meno di un’intesa consensuale fra Londra e i Ventisette (all’unanimità ) per un rinvio.
Londra potrebbe limitarsi a comunicare informalmente il risultato del Leave, cercando di mantenere un potere negoziale, continuando le trattative e conservando i diritti di uno Stato membro.
A complicare ulteriormente il quadro la possibilità che Cameron si dimetta in caso di uno voto per la Brexit, in quanto capo di uno schieramento sconfitto: possibilità che Cameron ha negato, ma che non è esclusa.
Il premier potrebbe anche chiedere un voto di fiducia parlamentare sul suo operato. La prossima seduta di Westminster è in programma per lunedì 27, ma il parlamento potrebbe riunirsi in emergenza già domenica.