Grande gioco alle presidenziali in Francia, Le Pen sceglie Dupont-Aignan come futuro premier
29 Aprile 2017
“Macron incarna le banche, la finanza, l’Unione europea nella sua forma più radicalizzata perché vuole fare un governo della zona euro e poi una tassa europea”. Marine Le Pen, la matrona della destra identitaria francese, picchia duro contro il suo rivale al ballottaggio per le presidenziali, e intanto presenta il suo primo ministro in caso di vittoria. Nicolas Dupont-Aignan, anche lui in corsa al primo turno per l’Eliseo e a cui la stampa internazionale ha già affibbiato l’appellativo di “sovranista”. L’accordo tra Le Pen e Dupont-Aignan ha sollevato un vespaio di polemiche anzitutto nel partito del fondatore di “Debout la France”: l’endorsement offerto da Dupont-Aignan alla candidata del Fronte Nazionale è stato bollato come “un errore sul piano morale”. Macron invece ha definito la nuova alleanza “un chiarimento del quadro politico in cui si confrontano una destra reazionaria che vuole uscire dall’Europa e dall’euro e un blocco progressista”.
Il rancore emerge anche da una dichiarazione di Bernard Accoyer, segretario generale di “Les Republicains” (Lr) e sostenitore di Francois Fillon: “un gollista non può compromettersi con il Fronte Nazionale, ne va del suo onore”, ha detto Accoyer, “Nicolas Dupont-Aignan ha appena perso il suo”. Altri Repubblicani hanno accusato Dupont-Aignan di essere “un collaborazionista”, un “sedicente gollista, ma in realtà petainista”, alludendo al governo collaborazionista francese durante la occupazione nazista nella Seconda Guerra mondiale. In realtà Dupont-Aignan in campagna elettorale non ha lesinato critiche alla Le Pen. “Debout la France” non è il Fronte, ha detto Dupont-Aignan respingendo le critiche dei giornali: “E’ una caricatura, noi non siamo xenofobi”. E parlando di immigrazione: “Non si possono respingere i poveri, quali che siano le loro origini o convinzioni religiose”, giudizio ben diverso dalle parole d’ordine lepeniste sul blocco della immagrazione clandestina e la stretta su quella islamica. Acqua passata?
In realtà non è chiaro chi, tra Le Pen e il suo candidato in pectore al governo della Francia, abbia ridimensionato davvero la sua piattaforma politica. Dupont-Aignan l’ha messa giù così: “E’ un giorno storico, perché mettiamo l’interesse della Francia davanti agli interessi di parte. Io sono un uomo libero. Il secondo turno di questa elezione presidenziale è senza dubbio il più decisivo della storia della Quinta Repubblica”. Al primo turno delle presidenziali, Dupont-Aignan ha conquistato il 4,70% dei consensi, circa 1 milione e 700.000 voti. “Gollista e repubblicano”, è riuscito a chiudere un accordo in 6 punti che modifica in parte il programma del Fronte. Potrebbero essere “addomesticati” due cavalli di battaglia dei lepenisti, l’uscita dall’euro, che a quanto pare non più una precondizione indispensabile per governare, e il dazio del 3% sulle importazioni, che verrebbe imposto soltanto alle merci che fanno “concorrenza sleale” ai prodotti francesi. Ma in ogni caso la politica economica di Dupont-Aignan non è lontana anni luce da quella della Le Pen, insistendo tutti e due su una restrizione dei poteri delle istituzioni Ue.
Per i sondaggisti “l’impatto” dell’accordo tra Fronte e “Debout la France” sarà “limitato”, come ha detto Bruno Jeanbart, vice-direttore generale di OpinionWay, a Bloomberg: la “strana coppia” Dupont-Aignan sarebbe incapace di recuperare il distacco con Macron. Occhio però che un grande giornale, l’Economist, si chiede se “i sondaggisti francesi non siano degli imbroglioni”. La palla ovviamente resta nelle mani dei cittadini, in attesa di conoscere il risultato del ballottaggio. Ma la mossa della Le Pen di scegliere “Debout la France” come compagno di strada è destinata a rendere Marine meno “strega cattiva della favola” e più un politico realista, che vuole provare a giocarsi ogni carta, anche stringendo alleanze con chi la criticava, per vincere le elezioni.