Grande scoperta di Padoan: crescita abbatte il debito. Ma l’Italia non si è sbloccata
07 Febbraio 2016
Il ministro Padoan parla alla scuola di formazione politica del Pd a Roma: "Fortunatamente siamo usciti dalla recessione,” spiega Padoan. “Il compito della politica è passare alla crescita”. “Il modo migliore di abbattere il debito è crescere”, la ricetta, “i mercati ci dicono che conta se il debito aumenta o diminuisce, per loro conta la direzione. E nel 2016 inizierà a diminuire, dopo molti anni di aumento”, aggiunge il ministro della economia.
"In un’economia di mercato,” spiega Padoan alla platea piddina, “avere il debito significa avere un grande problema di finanziamento, ogni anno il governo deve trovare diverse centinaia di miliardi di finanziamento a un prezzo ragionevole" e questa "è una vulnerabilità che ci portiamo appresso che bisogna tenere sotto controllo, convincendo i mercati ad avere fiducia del paesi al quale si presta".
Nella lezione di Padoan c’è posto per la spending review, “un processo che continua”. “Lo Stato deve spendere non solo meno ma anche meglio”, dice il ministro. “Naturalmente è molto bello ridurre le tasse" ma la "vera domanda è non è se bisogna ridurre le tasse ma come si coprono”. Risposta: “Con i tagli di spesa, con quella cosa che sembra essere scomparsa: la spending review”.
Secondo Padoan dunque il governo si sta muovendo con "grandi progressi sull’efficienza della spesa". "Qualche settimana fa – ricorda – è stata presentata una procedura che ha ridotto da 33mila a 32 i centri di spesa". E ancora: "vogliamo una crescita che si liberi del passato, che si liberi dei rischi di declino, che esca dalla recessione e che crei lavoro in modo solido, consistente e permanente" perché, sottolinea il ministro, "non ci sono scorciatoie per la crescita”.
“Gli strumenti di politica economica a disposizione sono la riduzione delle tasse, le misure di sostegno agli investimenti, le riforme strutturali". Padoan non risparmia critiche all’Europa: “Come si valuta la qualità di un’economia? Io non ho dubbi, sulla sua capacità creare lavoro. E quindi le istituzioni e gli strumenti che l’Europa si è data, compresa l’Unione monetaria, si devono valutare su questo. E su questo l’Europa non ha fatto abbastanza".
"E’ chiaro che non si esce da una crisi finanziaria se non si mette in ordine il sistema finanziario", spiega Padoan citando l’esempio degli Usa di Obama, "la prima cosa che hanno fatto è rimettere a posto il sistema finanziario e dopo hanno effettuato l’aggiustamento fiscale". In Europa invece “si è scelto di dare priorità all’aggiustamento fiscale rinviando a dopo l’Unione bancaria. Abbiamo perso tempo e ora stiamo cercando di recuperare".
Tutto bene dunque? Non proprio. Nelle scorse settimane la relazione sulla finanza pubblica della Commissione europea ha evidenziato come sul lungo periodo (non il breve evocato da Padoan) il debito italiano è a rischio sostenibilità. L’accordo di garanzia sulle banche, la bad bank, che Padoan ha giudicato comunque positivamente, è stato un compromesso al ribasso. L’efficienza va bene ma una riforma radicale delle partecipate per contenere la spesa pubblica non è ancora all’orizzonte.
Investire si deve e attrarre capitali stranieri è fondamentale per la crescita, ma come giudicare certe scelte di questo governo, per esempio quella di bloccare 27 nuovi investimenti nel comparto offshore? Insomma, forse la lezione del ministro Padoan alla scula di formazione Pd avrebbe potuto essere un po’ meno schierata, e tenere anche conto della cose non vanno.